di Maria Nerina Galiè
Nuove regole, per il reparto di Medicina d’Urgenza e Accettazione dell’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto, per sopperire alla carenza di personale. E si riapre l’ipotesi di avvalersi di medici forniti da cooperative private.
L’ingresso del “Madonna del Soccorso”
Intanto sembra però appesantirsi la mole di lavoro per i medici del Pronto Soccorso: di notte saranno due, non più tre poiché non ci sarà il terzo medico dedicato alla Murg. In due dovranno continuare a gestire il doppio percorso – sospetti Covid e non sospetti – una griglia che, anche nei periodi in cui il virus era più minaccioso, ha permesso all’ospedale di restare “pulito”.
Il “Madonna del Soccorso” non perderà l’ Osservazione breve intensiva (Obi), che proseguirà nella gestione dei pazienti critici, sia di giorno che di notte, a carico del personale medico ed infermieristico del reparto diretto dalla dottoressa Giuseppina Petrelli.
Cambia la modalità di ricovero di notte, dalle ore 20 alle 8 del mattino successivo: i pazienti andranno nei reparti di pertinenza, i cui medici o il cardiologo reperibile saranno attivati dal medico di guardia.
Cambia anche l’utilizzo dei letti in appoggio ai reparti che non ne hanno a sufficienza (Medicina, Cardiologia e Chirurgia): dovranno trovarli perché quelli della Murg verranno utilizzati soltanto in caso di ricoveri urgenti e se il reparto appropriato è saturo anche dei posti cosiddetti “in bis”, cioè di quelli aggiuntivi (5 letti invece che 3 per stanza). La gestione di questi pazienti sarà a carico del reparto di competenza, che dovrà alternarsi al Pronto Soccorso. I pazienti ricoverati dovranno essere assorbiti entro 48 ore dal reparto pertinente alla patologia.
La dottoressa Giuseppina Petrelli
Non ci sarà più la semi intensiva Covid: i pazienti saranno assorbiti dalla rete regionale. In attesa di un eventuale posto, rimarranno al Pronto Soccorso di San Benedetto.
Il rischio è che il Pronto Soccorso del “Madonna del Soccorso” diventi un crocevia di medici e pazienti, gestiti da più figure professionali e con tempi diversi, e senza la certezza della disponibilità dei letti: una sorta di “interferenza” che sembra non essere stata apprezzata dai medici della Medicina d’Urgenza, un reparto d’eccellenza a cui – lamentano gli stessi operatori e probabilmente non a torto – non è stata data la giusta considerazione.
I medici dell’emergenza e urgenza si aspettavano scelte diverse, che mettevano in primo piano le esigenze del Pronto Soccorso, da potenziare invece che lasciare in ostaggio di una carenza ormai cronica di personale, con professionalità anche esterne al dipartimento, in attesa dei “rinforzi”, sia che vengano dalla cooperative che da nuovi strutturati assunti per concorso.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati