di Federico Ameli
Tra i potenti mezzi dei social e della comunicazione digitale e il sempreverde passaparola, ormai sono in pochi a sorprendersi alla vista della roulotte in sosta in pianta ormai stabile nel parcheggio del cimitero di Ascoli. E ancor meno sono coloro che, in visita ai propri cari, stentano a riconoscere a prima vista Roberto Renga, il cinquantaquattrenne ascolano che da ormai quattro anni e mezzo ha scelto di stabilirsi da quelle parti svolgendo a tutti gli effetti le funzioni di custode del nostro camposanto.
In fondo, nonostante gli ampi spazi che ospitano i nostri defunti, rintracciarlo non è poi così difficile: basta fare due passi per imbattersi in Roberto, che con garbo e gentilezza mette il suo tempo a disposizione della comunità occupandosi delle pulizie e di tutto ciò che può essere utile in un cimitero.
Roberto Renga all’opera
Ripristinare la foto di una vecchia croce che conserva il ricordo di una suora scomparsa diversi anni fa, ad esempio: è proprio in questa circostanza che nella giornata di ieri, venerdì 31 dicembre, facciamo la conoscenza di Roberto. «Ho cercato di fare del mio meglio – spiega – applicando un po’ di carta velina». L’impegno e la passione per quello che è diventato un vero e proprio lavoro fanno il resto: il risultato è più che positivo, ed è questo ciò che conta.
Sono trascorsi ormai tre anni da quando Roberto Renga si è reinventato angelo custode del cimitero, trascorrendo le sue giornate a due passi dall’amata Laura.
«Dopo la scomparsa della mia compagna – racconta – ho dormito di fronte al suo loculo per 90 giorni, dopodiché i Carabinieri mi hanno invitato ad andarmene. A quel punto mi sono visto costretto a trascorrere una notte all’esterno del cimitero, dove potevo stare senza il rischio di complicazioni legali, e l’indomani un signore mi ha donato quella che è diventata la mia roulotte. Vedi a volte com’è la vita?».
Da allora, per Roberto è iniziata davvero una nuova vita. «Lo faccio per Laura, ma anche per loro – tutti gli altri defunti, ndr -. Da quando vivo qui, per me tutto è andato per il meglio. Ora sto bene, considerando anche che ho vissuto ben tre anni nel parcheggio senza stufa né elettricità. Trascorro 12 o 13 ore al giorno all’interno del cimitero. Non voglio guadagnarci, finché riesco ad andare avanti lo faccio più che volentieri».
Nonostante le difficoltà e le continue sfide che la vita gli ha messo di fronte, il tempo sembra finalmente aver ripagato le sofferenze di Roberto. Gli ascolani hanno imparato a conoscerlo e ad apprezzarne pregi e difetti, in una splendida gara di solidarietà che puntualmente si accende in concomitanza delle feste, con tanto di novità a tema natalizio particolarmente apprezzata negli ultimi giorni dai visitatori del cimitero.
L’albero di Natale realizzato da Roberto
«È davvero un bel periodo per me – sorride Roberto – e anche tramite i social sono in molti ad apprezzare quello ciò che faccio, stando concretamente dalla mia parte. Ho vissuto un Natale meraviglioso, ma in particolare la giornata del 25 è stata fantastica: in tantissimi sono venuti a trovarmi donandomi il loro affetto.
È stata una signora a darmi lo spunto per l’albero di Natale, dicendomi che in un cimitero ne era stato realizzato uno dedicato ai bambini. Mi sono adoperato immediatamente, allestendo un albero per tutti e addobbandolo con le decorazioni che mi hanno portato i cittadini. In questo modo, ogni pallina racconta la storia di una persona».
Mentre chiacchieriamo, Roberto si guarda attorno alla ricerca di qualcosa da fare. Raccoglie bottiglie da terra, le riempie d’acqua per poi porgerle a chi ha qualche fiore da rinverdire in onore dei propri cari. Eppure, il suo mettersi a disposizione della comunità non è sufficiente per restare al riparo da ogni polemica. In fondo non si può certo piacere a tutti, e Roberto lo sa bene.
«Nessuno mi ha mai fatto dispetti – precisa – ma a qualcuno non va giù la mia presenza. Talvolta noto un po’ di accanimento da parte di qualcuno nei miei confronti, pur non facendo nulla di male. Solo due giorni fa sono venuti a farmi visita i vigili urbani: volevano staccarmi la corrente, pensavano che la rubassi.
Ero tranquillo – continua – dato che è stato il Comune stesso a occuparsi dell’allaccio, ma non mi è piaciuto il modo di porsi, sono entrati senza chiedere permesso. Non è terra mia chiaramente, ma ci vivo da quasi cinque anni e credo che un minimo di rispetto fosse dovuto.
La roulotte di Roberto
Dopo aver constatato la regolarità della situazione, poi, se la sono presa con i miei cani. So di essere in difetto da questo punto di vista, ma non hanno mai fatto del male a nessuno. È normale che, dopo aver ricevuto una carezza, gli animali tornino da te per ricevere affetto. Se alle persone danno fastidio queste attenzione da parte dei miei cagnolini, forse sarebbe meglio non accarezzarli».
Molly, la mamma del gruppo, Ciro, Camilla e Mia, compagni di vita di Roberto, sono una famiglia molto affiatata. I “pelosetti” – come li chiama affettuosamente lui – ci riservano un’accoglienza coi fiocchi riempiendo di feste il padrone di casa, mentre insieme ci dirigiamo verso la roulotte.
«Mi piacerebbe trovare un’altra sistemazione – ammette Roberto – restando sempre nelle vicinanze del cimitero: è diventato un vero e proprio lavoro ormai. Con quattro cani al seguito, però, un condominio difficilmente farebbe al caso nostro: non posso fare a meno di loro, mi hanno salvato la vita».
Roberto Renga e i suoi quattro “pelosetti”
Il Capodanno è ormai alle porte, ma come da tradizione Roberto non ha ancora fatto progetti. «Ancora non so cosa farò, ma ogni anno viene puntualmente qualcuno a trovarmi. Mi hanno sempre portato qualcosa da mangiare, sia a pranzo che a cena. Pur avendo lavorato come cuoco di solito mangio pizza perché non ho i mezzi e la voglia per cucinare come si deve, ma in occasioni come queste mi piace assaggiare qualche piatto tipico delle feste.
Chissà come andrà oggi – si chiede – anche se ho già captato dei segnali: penso che qualcuno stia già lavorando per me. L’unica cosa certa è che sarà un continuo viavai».
Roberto conosce bene il buon cuore dei suoi concittadini, così come i suoi pelosetti riconoscono immediatamente la macchina bianca che, mentre ci salutiamo, si avvicina alla roulotte. A scendere è una signora ascolana, che per l’occasione ha preparato un po’ di carne per i cuccioli e delle olive già pronte per il papà del gruppo.
Buon 2022 a Roberto, dunque, ai suoi pelosetti e a tutti i lettori di Cronache Picene.
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