di Maria Nerina Galiè
“Cure primarie”, abbinato all’app “Smart4Med”, è un servizio innovativo che permette ai medici di famiglia e di guardia medica di vedere in tempo reale i referti degli esami effettuati dai propri pazienti. Esiste dal 2006, e solo nell’Area Vasta 5, vincendo anche un “Forum della pubblica amministrazione”, ma ora è destinato ad essere eliminato, in nome del diritto alla privacy dei cittadini, che impallidisce di fronte a quello che si vede sui social.
«Torniamo indietro di 30 anni», sbotta Giacomo Camplese, responsabile della guardia medica dell’area montana del Piceno e medico di medicina generale, pronto a farsi portavoce dell’accorata protesta che si sta scatenando all’interno della categoria. «Stiamo predisponendo una raccolta firme per chiedere all’Asur di non toglierci questo prezioso strumento di lavoro. Il nostro è un grido corale: è assurdo quello che si sta facendo».
In buona sostanza, si sta attivando un nuovo portale, Sirte, per cui la Regione ha da poco sancito un accordo con l’azienda che lo ha realizzato. Sirte è un fascicolo sanitario elettronico ma, a differenza di “Cure primarie”, il medico non potrà più accedere al profilo dei propri pazienti, né ricevere le notifiche relative. Almeno per il momento.
«Non sappiamo quali saranno le potenzialità de nuovo portale, nessuno ce lo ha spiegato. Adesso, e questo è certo, non possiamo più vedere i referti dei nostri pazienti», sottolinea il dottor Camplese
Con “Cure primarie” andrà in soffitta anche l’app “Smart4med”, che consente – anzi consentiva – al medico di gestire gli accessi domiciliari in remoto e di ricevere ed inviare notifiche sullo stato di salute del proprio assistito alla rete di sorveglianza e presa in carico. Inoltre, se autorizzato dal cittadino, con questa app il medico riceveva notifiche di ricovero, accesso al Pronto Soccorso, e lettura dei referti.
Ad entrare il Sirte – che molti giudicano tutt’altro che facile – dovranno essere i pazienti. Toccherà a loro scaricare i dati di interesse e farli avere al medico per la diagnosi. Riempiendo inevitabilmente gli ambulatori, con tutto quello che ne consegue.
Ancora Camplese: «Con il “vecchio” sistema, invece, capitava che tutto si risolveva con una telefonata, dati alla mano. Oppure il contrario: se c’era da correre, per un risultato che non ci era piaciuto, si poteva farlo».
«Provate ad immaginare un anziano – è sempre il dottor Camplese a parlare – alle prese con spid per vedere il risultato delle sue analisi. Anziani che, con “Cure primarie”, si erano abituati al fatto che noi medici “sapevamo già tutto”.
Inoltre, e questo è un altro aspetto da non sottovalutare nella corsa verso un servizio sanitario moderno e multidisciplinare su cui tanto si punta, generava una rete tra professionisti.
L’Adi, che pure poteva vedere i risultati dei pazienti che ha in carico, ora è fuori gioco in tal senso.
Esempio pratico. Un paziente diabetico che vive da solo: l’Adi mi chiamava se i valori erano sballati. Così anch’io, conoscendo il caso, andavo a guardare il risultato dell’analisi del sangue. Adesso devo chiamare il laboratorio analisi, facendo perdere tempo ad altri professionisti, come per un istologico di cui aspetto l’esito».
Tanto per chiarire meglio il punto, il dottor Camplese snocciola altri casi concreti: «Un mio assistito al Pronto Soccorso e i familiari non possono entrare ma sono in ansia e vogliono sapere cosa sta accadendo. Io, attraverso l’app, ero in grado di tenerli informati. E’ capitato con una signora anziana. E caduta in casa ed io ho visto in tempo reale la tac cranica che le è stata fatta».
Il sistema è stato molto apprezzato non solo dai giovani medici, come è Giacomo Camplese, 34 anni, che non ha problema a definirsi “un nativo digitale”. Ormai lo smartphone ha sostituito ampiamente carta, penna e timbro per emettere ricette e impegnative. “Cure primarie” e “Smart4med” sono utilizzati da tutti nell’Area Vasta 5, per essere sempre “sul pezzo”, in studio come a casa, conoscendo in tempo reale cosa sta accadendo al paziente.
L’intera categoria – anzi sono proprio i veterani ad aver dato concreti suggerimenti basati sulle reali esigenze, per rendere “Cure primarie” e “Smart4med” cosi efficienti – è consapevole che la tecnologia può colmare i numerosi vuoti del sistema sanitario, compreso quello della carenza di personale.
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