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Talento e passione nella Notte nazionale del Liceo Classico “Stabili” (Tutte le foto)

ASCOLI - Si è svolta in contemporanea con gli istituti di tutta Italia. La professoressa Ciotti, referente del progetto, insieme al collega Ritrecina:  «Momento particolare per pensare la scuola con un'idea diversa. Non solo vocabolari e libri, che pure ci devono essere, ma anche occasione per accrescere l'amor proprio». Gli effetti della pandemia tra i ragazzi: «I più "chiusi" ne hanno risentito. Tutti sempre responsabili e rispettosi delle regole»
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di Maria Nerina Galiè

 

Libri e conoscenza, ma anche voglia di mettersi alla prova, con la giusta dose di emozione per imparare a contenerla e sfruttarne la spinta, rappresentano, insieme, la chiave per aprire le porte del mondo. Lo sanno bene gli studenti del Liceo Classico “Francesco Stabili” di Ascoli che, in contemporanea con i loro giovani colleghi di studio di tutta Italia hanno dato vita alla “Notte Nazionale del Liceo Classico”, ieri venerdì 6 maggio. 

 

Impegno nel sapere e approfondire, come stimolo per alimentare quella giusta dose di curiosità che permette di andare oltre i confini, imprescindibili per diventare adulti di domani. Provati, gli adolescenti più di altri, da due anni di pandemia e reclusione non sempre compresa, eppure accettata per il bene collettivo. Poi una guerra che spaventa per vicinanza, potenziali dimensioni e risvolti negativi nella vita di tutti i giorni e nel modo di considerare i rapporti tra i popoli. La pace, scontata fino a poco tempo fa, minacciata da ormai troppo tempo, che sia dal virus, che sia dalle bombe.

 

Ed ecco che una festa, come quella di ieri sera, all’ottava edizione, non è stata scontata per questi adolescenti carichi di voglia di fare. Hanno abbracciato la complessa fase dell’organizzazione con dedizione, per portare sulla scena partecipate conferenze, di cui hanno curato la presentazione, interviste con personaggi illustri dei nostri tempi, ma pure spettacoli di danza, musica e moda.

 

Per dare vita ad una kermesse interessante sotto ogni punto di vista. Gli studenti si sono dimostrati disinvolti con il microfono in mano, per presentare, intervistare e cantare. O per volare nel passo di danza, sullo sfondo, la ricca e austera biblioteca. Senza però rinunciare al divertimento, nella palestra diventata una discoteca. Professori e addetti alla vigilanza ad ogni angolo.

 

«A livello nazionale, quest’anno, l’evento è stato celebrato in contemporanea in circa 35o istituti. Due anni fa quasi in 500, ma il Covid ha impedito a molti di organizzarsi», afferma la professoressa Roberta Ciotti, referente per lo “Stabili” della Notte nazionale del Liceo Classico, insieme con il collega Marco Ritrecina.

 

«Due anni fa – aggiunge la Ciotti- l’abbiamo fatta in presenza, appena prima del Covid. Nel 2021 online. La Notte Bianca è sempre un’emozione. Ed un momento particolare, in grado di farci  pensare alla scuola con un’idea diversa: non solo vocabolari e libri, che pure ci devono essere. 

 

La Notte Bianca rappresenta anche un’occasione per i ragazzi che scolasticamente possono incontrare delle difficoltà, delle timidezze, poiché possono accresce l’amor proprio, la sicurezza.

 

Questi, poi, sono momenti di socialità e per incontrare conferenzieri e scrittori di spessore».

 

Alla base della manifestazione, una impegnativa fase di preparazione, dove l’impegno ed il lavoro di gruppo hanno avuto un ruolo centrale.

 

La professoressa Roberta Ciotti

«I ragazzi hanno curato tutto – è sempre la professoressa a parlare – dagli addobbi, sembrano poca cosa ma hanno richiesto tempo e idee, alla preparazione del buffet: molte cose sono state realizzate proprio dagli studenti». 

 

La scuola, prima e dopo il Covid: com’è andata per voi, professoressa Ciotti?

 

«L’abbiamo affrontato bene, senza mai perdere le lezioni. Online i ragazzi hanno seguito, ma indubbiamente stare a scuola è un’altra cosa. Chi non aveva difficoltà ha reagito bene, altri meno. Abbiano notato che la chiusura ha inciso soprattutto nelle prime classi, al triennio meno perché già “collaudati”.

 

Dal punto di vista psicologico, invece, sono stati i ragazzi più fragili e chiusi ad averne risentito maggiormente. 

 

Ora, per fortuna, stiamo tornando alla normalità. Quest’anno è andata bene, nonostante le numerose assenze per malattia. Una nuova chiusura, che temevamo, sarebbe stata deleteria».

 

Un’ultima domanda alla professoressa: ha notato degli “eccessi” a fronte dell’allentamento delle restrizioni?

 

«No, non a scuola dove i ragazzi sono sempre stati molto responsabili e rispettosi delle indicazioni e delle regole». 

 


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