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Ascoli-Benevento, il rammarico di Sottil: «Uscire così fa molto male, ma bisogna essere orgogliosi»

SERIE B - Il condottiero bianconero è un turbinio di emozioni in sala stampa: «Sconfitta difficile da accettare, abbiamo dominato nel primo tempo. Nel secondo tempo ci siamo fatti trasportare dall’avversario. I tifosi? Questi sono gli stadi che sognavo da bambino». Il ds Valentini guarda al futuro: «Le basi per programmare ci sono»
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di Salvatore Mastropietro

 

Voce rotta della delusione, rammarico per una partita in cui si è raccolto molto meno di quanto si meritava, ma orgoglio per un cammino che resta straordinario e per aver riportato nell’ambiente Ascoli quelle emozioni che mancavano da troppo tempo. Si può riassumere così lo stato d’animo di mister Andrea Sottil nel post partita della sfida playoff contro il Benevento, che ha sancito – per mezzo del gol di Lapadula – la fine del sogno del Picchio.

«Sono molto dispiaciuto – esordisce il tecnico bianconero – perché se una squadra doveva passare il turno, quella era l’Ascoli. Abbiamo costruito tante occasioni nel primo tempo per fare gol, poi sono andati avanti loro nell’unica occasione. Il secondo tempo è stato troppo spezzettato, tra chi si buttava per terra e perdite di tempo varie. Abbiamo cercato di fare quello che avevamo preparato, i ragazzi hanno dato tutto e usciamo con rammarico perché il Benevento ha fatto poco per passare il turno. Dispiace per questa squadra, dispiace per i nostri magnifici tifosi, per il presidente, per tutto lo staff».

Il gol di Lapadula è stato una sorta di spartiacque nell’andamento del match: «È difficile metabolizzare un gol preso al 40’ del primo tempo. Non parlerei neanche dei cambi e dei loro effetti. In queste partite si innescano tutta una serie di reazioni emotive, non è semplice ricominciare contro una squadra così esperta. Ci è mancata la lucidità nel finale, l’ultima zampata per cercare di pareggiarla. Chi è entrato ha fatto il massimo, poi gli errori tecnici si possono commettere. I cambi di Falasco e Maistro? Maistro l’ho sostituito perché non riuscivamo più ad innescarlo, poi non penso che abbiamo perso pericolosità sui calci piazzati, Ricci è uno specialista anche se ha sbagliato. Di fronte avevamo giocatori di grandi livello, nel secondo tempo l’unica cosa da fare era non farci trasportare verso ciò che volevano loro, ma chi ha giocato a calcio capisce che gestire certe emozioni non è semplice».

Sull’abbraccio con la Curva nel finale: «Fino al gol non c’era partita in lungo e in largo, la gente ha risposto con questo stadio meraviglioso perché ha voluto partecipare attivamente a questa cavalcata straordinaria. Sono un popolo di grande tradizione calcistica, sanno capire quando c’è una squadra che ha valori e senso di appartenenza. Mi dispiace molto perché volevo regalare a tutti una semifinale, ma non ci sono riuscito e questo mi manda al manicomio per come sono fatto. Dei complimenti me ne faccio poco. Si deve ripartire da questa serata, chi vive come me di calcio sa che lo sport che ho sempre sognato è fatto di stadi così pieni».

Non può mancare qualche considerazione sul futuro: «Io ho un altro anno di contratto, se non mi cacciano via ripartirò da qui. Il progetto è rialzare la testa subito e ripartire da questa amara serata, che deve fare riflettere. Ci sono tutte le basi e le componenti per fare un’altra stagione da protagonisti, anche se in B sarà sempre più difficile. Il progetto deve continuare ripartendo dai punti fermi, ho preso una squadra che aveva 6 punti un anno e mezzo fa, poi l’abbiamo portata ad una salvezza a cui nessuno credeva e quest’anno siamo arrivati a fare numeri da prima della classe. Bisogna essere orgogliosi e riprendere dall’entusiasmo di questa piazza».

Insieme al tecnico bianconero, anche il direttore sportivo Marco Valentini si è presentato davanti ai microfoni della sala stampa in rappresentanza della società: «La serata è amara per tutti noi e per la nostra città, però dobbiamo comunque sia ripartire e fare un enorme applauso a questi ragazzi. Hanno dato tutto fino alla fine, compreso stasera. La partita era iniziata nel modo giusto, poi loro hanno trovato il gol e abbiamo sbagliato nell’andare dietro al tipo di gara che volevano loro. Alla vigilia questa era proprio la mia preoccupazione ed è quello che è successo. L’assenza di Buchel? La nostra squadra ha fatto le fortune giocando da gruppo, non penso che abbia contribuito».

Non manca qualche riferimento al futuro: «Nel calcio uno dei segreti per il successo è la continuità del lavoro sotto tutti gli aspetti. Lo zoccolo duro per programmare il futuro lo abbiamo, poi a mente fredda ci sarà da ragionare su alcune situazioni contrattuali e sui vari prestiti. C’è un mix giusto tra giovani ed esperti, le basi ci sono».

LEALI – La delusione traspare chiaramente anche dalle parole del portiere bianconero, che deve commentare una sconfitta arrivata in una partita in cui non è praticamente mai stato chiamato a compiere interventi: «C’è grande rammarico, arrivati fin qua avevamo cominciato a sognare insieme ai nostri tifosi, che hanno mostrato tutto l’entusiasmo che si respirava. È andata così e dobbiamo accettarlo. Dopo la partita Dionisi ha voluto esprimere delle parole nei confronti della squadra, ce le teniamo per noi ed i giovani dovranno portarsele con loro in futuro. Abbiamo sempre ragionato di squadra, purtroppo oggi ci è mancata la zampata. La tensione finale? La partita si è innervosita, le loro perdite di tempo sono state evidenti, ma sono riusciti a portarla a casa. Dopo questa stagione mi porto dietro tante emozioni, siamo cresciuti tanto durante l’anno, ma la cosa più bella è aver riportato tanto entusiasmo tra i tifosi. Futuro? Ho ancora un anno di contratto, se il direttore vorrà parlare con me io sono qua».

 

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