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Diana Palestini è la nuova segretaria comunale del Pd

SAN BENEDETTO - Claudio Benigni, ex segretario dimissionario, è stato invece eletto vice segretario. Il commissario Elio Costantini chiede provvedimenti: «La stagione politica del Pd sambenedettese parte con il piede sbagliato»
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Diana Palestini, nuova segretaria comunale del Partito Democratico

 

di Giuseppe Di Marco

 

Diana Palestini, ex segretaria del Pd Circolo Centro, è stata eletta segretaria dell’unione comunale del Partito Democratico.

L’elezione è avvenuta da remoto durante l’assemblea dell’unione comunale tenutasi nella serata di martedì 31 maggio. Il vice della Palestini sarà, a sorpresa, Claudio Benigni, segretario dimissionario che alcuni giorni fa ha ufficializzato il passo indietro per favorire la ripresa del dialogo fra le correnti del partito.

Sarà da vedere, nelle prossime settimane, in che modo l’elezione della dottoressa Palestini potrà spingere il Pd a ritrovare l’unità perduta. L’ex segretaria di Circolo Centro, infatti, è stata tra le più convinte sostenitrici della gestione adottata da Benigni durante il periodo elettorale, da cui ne è disceso l’appoggio alla candidatura di Aurora Bottiglieri.

Claudio Benigni, vice segretario del Pd di San Benedetto

La notizia ha scatenato le rimostranze di alcuni membri del Pd, tra cui Elio Costantini, commissario del Circolo Nord, che in una lunga nota annuncia la richiesta di provvedimenti agli organi superiori del partito: «Il Pd – attacca il democrat – deve aprirsi a San Benedetto, non chiudersi ed arroccarsi su se stesso. Ma la stagione politica inaugurata ieri nel Partito Democratico sambenedettese non è iniziata nel migliore dei modi, anzi parte con il piede sbagliato.

Dopo le dimissioni del segretario Benigni, anziché aprirsi a tutti coloro che vedono il Partito Democratico come riferimento politico della città, un ceto politico ha scelto di chiudersi all’interno di una stanza digitale on line sempre più simile a quella di un “circolo esclusivo”, alla quale poche persone hanno scelto senza alcuna discussione di merito quale dovrebbe essere la guida di uno dei più grandi partiti italiani in una delle città più importanti delle Marche.

Insieme a tanti iscritti e simpatizzanti avrei preferito che dalle dimissioni di Benigni potesse nascere un confronto nella città e tra i democratici per affrontare un percorso a viso aperto e trasparente così da poter aiutare a riunire le tante anime della sinistra all’interno della casa comune del PD, dando uno slancio unitario ai democratici sambenedettesi.

Elio Costantini, commissario del Pd Circolo Nord

Avrei preferito un Partito Democratico locale in grado di essere attrattivo nei confronti delle tante esperienze, anche civiche, che in questi mesi sono nate in città.Non serve certo che sia io a ricordare a tutti il risultato elettorale dell’anno scorso (peggiore percentuale di sempre, zero eletti), non serve certo che sia io a ricordare quanto il segretario Claudio Benigni sia stato sordo alle richieste di unità e di rinnovamento che arrivavano dalla nostra base, scegliendo di presentarsi con una coalizione ristretta e una candidatura debole, infliggendo al Pd e alla coalizione un quarto posto su cinque che sa di umiliazione. Nessuno si è assunto la responsabilità di questo disastro e, anzi, il passaggio di consegne da Benigni a Palestini rappresenta una mossa politica gattopardesca di cui non si aveva bisogno nel 2022.

Quello di cui ha bisogno il Pd di San Benedetto del Tronto è di ritrovare la sua unità e di rinnovare la propria classe dirigente, in modo da costruire un campo largo progressista e riformista per contendere la città alle destre. Il mio impegno è quello di riportare il Circolo Nord al posto che gli compete, con nuovi tesseramenti e nuove iniziative che coinvolgano la cittadinanza. Raggiungo questo obiettivo, si spera nel minor tempo possibile, è mia intenzione portare il circolo a congresso. Della situazione venutasi a creare nella serata di ieri sera ed in generale all’interno del PD sambenedettese ho provveduto a darne notizia formale ai livelli superiori del partito».


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