di Maria Nerina Galiè
Lunedì 22 agosto la Guardia di Finanza di Ascoli trasmetterà al magistrato il fascicolo, corredato dalle valutazioni preliminari, sulla base delle denunce raccolte fino ad ora (altri andranno in tempi diversi) da alcuni dei cittadini che si sono ritrovati con viaggi annullati o non prenotati.
Due i filoni sui quali dovrebbero correre le indagini.
Nel frattempo c’è chi parte, ma anche chi resta a casa. Entrambi i casi stanno comportando un’odissea da parte dei clienti, a suon di estenuanti telefonate con i call center, scambio di mail e solleciti di risposta, contratti e certificati di pagamento alla mano.
Erano tutti clienti dell’agenzia “Kimba”, al centro di una triste vicenda sulla quale si dovrà fare luce, perché lo chiede chi ha perso vacanza e soldi, ma soprattutto per la memoria della titolare, trovata senza vita il 7 agosto.
Una professionista molto stimata dai suoi stessi clienti, stupiti dall’accaduto proprio per il fatto che con lei – considerata da anni seria e preparata nel suo lavoro – si erano trovati sempre benissimo.
Dal 7 agosto – che è anche coinciso con le prime “delusioni” di chi è partito per la località prescelta, ma poi è stato costretto a tornare a casa – si è innescato un tam tam tra i clienti, che si sono attaccati al telefono con i tour operator e con l’assicurazione, per conoscere la loro posizione e sapere, di conseguenza, cosa fare per risolvere.
Due i filoni sui quali dovrebbero correre le indagini.
Il primo si basa sulle denunce per truffa che si stanno presentando alle Fiamme Gialle, con tanto di documenti come contratti ed evidenze di pagamento. E tante altre se ne aspettano, annunciate verbalmente.
Ma la Guardia di Finanza rischia di avere le mani legate sul proseguimento delle indagini. Dipende da come il pubblico ministero valuterà l’impianto accusatorio, per poi decidere se ci sono i presupposti per incardinare un procedimento penale . Al momento, l’unico presunto responsabile non è in vita. Quindi, diventa difficile, se non impossibile, l’iscrizione del reato.
E, senza la delega del pubblico ministero, gli investigatori non possono procedere con – ad esempio – la verifica sui conti correnti.
Sarebbe diverso se emergesse la responsabilità di un terzo, che in qualche modo possa aver indotto, plagiato o addirittura minacciato la titolare dell’agenzia, tanto da agire come ha fatto.
Poi c’è la via della giustizia civile, alla quale alcuni clienti probabilmente si rivolgeranno con una class action, con un’azione per recupero crediti di fronte ad un’inadempienza contrattuale.
In tantissimi stanno percorrendo la strada dell’assicurazione per tentare di recuperare le somme versate, l’acconto ma spesso il saldo, o addirittura il viaggio: è infatti attiva una polizza, regolarmente coperta dall’agente, per il periodo che va da febbraio 2022 a febbraio 2023. Ma questa viene considerata in modi diversi dai tour operator.
Ci sono ascolani che partiranno, senza dover tirar fuori di nuovo i soldi, perché la compagnia di viaggio si farà rimborsare direttamente dall’assicurazione.
Ai clienti in questione è stata confermata la prenotazione del pacchetto, così come concordato a suo tempo con l’agente. E’ vero, non era stato effettuato il pagamento, seppure gli ascolani avevano dato tutti i soldi, per loro fortuna non in contanti, all’agenzia. E’ stata tuttavia riconosciuta la validità del contratto, senza la richiesta di ulteriore esborso di denaro.
Altri tour operator, invece, non hanno sentito ragioni, rispondendo – ai clienti che volevano partire – di pagare, per poi rivalersi sull’assicurazione, oppure di dare disdetta, altrimenti si sarebbero ritrovati pure con una penale. In questo caso, la prenotazione c’era. Il versamento della somma pattuita, pure anticipata dai clienti all’agenzia, invece non era stato effettuato.
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