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Armamento della Polizia Municipale, scontata la grande bagarre in Consiglio comunale

ASCOLI - La seduta andata in scena nella Sala della Ragione ha visto i rappresentanti dell’opposizione confermare in maniera netta le proprie perplessità su una delibera dettata dalle sollecitazioni del Prefetto. Previsto un percorso di formazione su base volontaria, ma Pd, M5S e A&P non ci stanno: «Viviamo in una città sicura, assumiamo nuovi agenti anziché dotarli di pistole»
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di Federico Ameli

 

Come da previsioni, tra i diversi punti all’ordine del giorno di una seduta consiliare più movimentata del solito, l’armamento del corpo di Polizia municipale del Comune di Ascoli ha monopolizzato le battute conclusive del Consiglio andato in scena nel pomeriggio di ieri, giovedì 29 settembre, nella Sala della Ragione.

 

D’altra parte, di fronte alla prospettiva di una delibera riguardante l’approvazione di un regolamento comunale – redatto sulla scia di quello approvato a livello nazionale nel 1987 – che consentirà anche agli agenti di Polizia Municipale di avere un’arma con sé nell’attività di controllo della città, i rappresentanti della minoranza in Consiglio avevano annunciato già nei giorni scorsi una netta opposizione nei confronti della volontà dell’Amministrazione di adeguarsi alle direttive della Prefettura.

 

Il sindaco Marco Fioravanti

«Abbiamo redatto un regolamento comunale su base volontaria – esordisce il sindaco Marco Fioravanti nell’esporre la delibera -. I vigili saranno liberi di scegliere se intraprendere questo percorso di formazione come avviene per le Forze dell’ordine. L’obiettivo del protocollo diffuso dal ministero dell’Interno a tutte le Prefetture è far collaborare ancor di più le Forze dell’ordine con la Polizia Locale.

 

Si tratta di un protocollo a cui diversi comuni hanno aderito già da tempo: il Comune di Pesaro, per intenderci, ha armato la propria Polizia Municipale già circa 15 anni fa.

 

È una delibera di carattere tecnico e non politico, che con responsabilità istituzionale poniamo di fronte a questo Consiglio».

 

A esporre per primo le proprie perplessità sul provvedimento è il consigliere Massimo Maria Speri di Ascolto&Partecipazione.

 

«Non mi risulta che i reati commessi in questa città siano legati all’uso delle armi – dichiara Speri – siamo al 90° posto in Italia in questa graduatoria, ma in una posizione molto meno gradevole per quanto riguarda i reati fiscali e contro il patrimonio.

 

Massimo Maria Speri (A&P)

In questo senso, un’arma da fianco si rivela inutile, oltre a costituire un pericolo per l’intera cittadinanza. In che contesto un agente dovrebbe aver bisogno di un’arma, al di là di un contesto politico di militarizzazione del territorio?

 

A mio avviso è un controsenso, mentre sono a favore di un percorso di prevenzione e preparazione psicofisica ai fini di una difesa passiva».

 

Presente in sala della Ragione anche la comandante della Polizia locale, Patrizia Celani, che nel rispondere ai dubbi dell’opposizione ha ribadito le motivazioni alla base della delibera.

 

«Il prefetto ha espresso e ricordato la necessità di un corpo armato perché per legge, dalle 22 in poi, se non si è armati non si possono svolgere servizi esterni, tra cui anche una semplice multa per divieto di sosta – precisa la comandante -. Anche se la Polizia locale in questo momento lavora ad Ascoli fino alla mezzanotte, questo tipo di operazioni viene svolto a proprio rischio.

 

Patrizia Celani comandante della Municipale

I costi saranno individuati nei bilanci di competenza con l’articolo 208, che prevede tra le sue finalità l’impiego di denaro per queste finalità, e ad ogni modo riguardano esclusivamente l’acquisto delle armi, in quanto il percorso di formazione rientra nei protocolli attivati con la Polizia e le Forze dell’ordine. Ad esempio, la nostra unità cinofila è stata formata gratuitamente a Ladispoli».

 

«Tra i tanti problemi della nostra città – replica il consigliere Emidio Nardini di A&P – quello dell’armamento non mi sembra un tema prioritario. Ascoli, ad esempio, è la prima provincia marchigiana per incidenti stradali mortali. Certe cattive pratiche, come l’uso del telefonino, sono diventati ormai prassi.

 

Emidio Nardini (A&P)

Le criticità sono altre, in questo modo teniamo impegnati i nostri vigili in un percorso di formazione che peraltro ha costi elevati. Gli agenti di pubblica sicurezza non portano l’arma per questione di difesa come viene riportato nella delibera, ma in situazioni di pericolo per la collettività: c’è un equivoco.

 

Potremmo utilizzare questo denaro per altro – propone Nardini – magari per assumere personale, e utilizzare altri strumenti di difesa non mortali. Per quanto riguarda il servizio notturno, per esperienza posso dire che il personale sanitario è quello più esposto a rischi, ma non per questo dobbiamo pensare di dotarlo di un’arma da fuoco».

 

Dello stesso avviso anche Angelo Procaccini del Partito Democratico, che nel suo intervento tratteggia una città priva di presidi culturali e in grado di garantire sicurezza, stradale e non solo.

 

«Mi sembra di vedere che il sindaco sia in linea con il ministero degli Interni – afferma -. In una città come Ascoli, in cui non si vede a distanza di tre metri, mi auguro con tutto il cuore che non si verifichino sparatorie.

 

Tranne che nelle vie in cui si sono già verificati interventi mortali, come a Porta Romana e Porta Maggiore, non abbiamo strade e attraversamenti pedonali sufficientemente illuminati. Una città sicura è una citta presidiata da vigili urbani, ma anche Informagiovani, come avveniva fino a qualche anno fa, e biblioteche».

 

Francesco Ameli (Pd)

«Capisco perfettamente le esigenze tecniche della Polizia municipale – aggiunge Francesco Ameli, segretario provinciale del Pd – ma rivolgendomi alla parte politica di questa assemblea non posso non sottolineare come con questo atto evidenzi una visione di città e società che non condivido.

 

Il fatto che una delibera simile sia stata varata altrove non giustifica l’applicazione ad Ascoli di una misura del genere. Viviamo in una città tranquilla, è così importante armare i vigili urbani? Quali altri strumenti e misure collaterali oltre all’armamento sono stati formati ai nostri vigili urbani?».

 

L’intervento del consigliere pentastellato Massimo Tamburri chiude il cerchio su un fronte di opposizione compatto nel ribadire il no all’armamento dei vigili urbani, anche per timore di una “corsa alle armi” che paradossalmente non farebbe altro che mettere a repentaglio il tasso di sicurezza della città.

 

«Personalmente sono tra quei cittadini per cui la vista di agenti armati non rappresenta certo un fattore di tranquillità – dichiara Tamburri – i Carabinieri che ai posti di controllo fermano le auto con il mitra sono un retaggio degli anni di piombo, che ad oggi non ha utilità pratica nel nostro territorio.

 

Massimo Tamburri (M5S)

Sono fermamente contrario alla diffusione delle armi, che potrebbe portare a un’escalation. Ci sono dei dati: negli Stati Uniti ci sono 30.000 morti l’anni per arma da fuoco, in Italia 0,2 ogni 100.000 abitanti dato che circolano meno armi, il che non incentiva i criminali ad armarsi ulteriormente».

 

Prima della votazione conclusiva, è il sindaco Fioravanti a replicare alle osservazioni piovute dai banchi dell’opposizione, cogliendo la palla al balzo per porre l’accento sulla sicurezza stradale dell’asse attrezzato piuttosto che dei quartieri in prossimità del centro e di competenza comunale.

 

«La vera notizia è che il segretario provinciale del Pd vada contro il sindaco di Grottammare – osserva il sindaco –  voglio esprimere la mia solidarietà a tutte le Forze dell’ordine accusate oggi del fatto che la città non sia sicura. C’è un grande controllo da parte di Carabinieri, Polizia di Stato e Polizia locale, Ascoli è una delle città più sicure d’Italia.

 

Abbiamo assunto otto vigili nell’ultimo anno e stiamo espletando altri concorsi, nella consapevolezza della necessità di un turn over. Il maggior numero di incidenti mortali si è verificato nella zona industriale, di competenza del Piceno Consind: è lì il vero buio di questa città, dove non possiamo intervenire. È un tema che dobbiamo discutere al più presto: tanti operai ogni notte rischiano la vita».

 

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