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Vigili urbani, Ascolto&Partecipazione ribadisce: «Necessario investire sulle assunzioni, non sulle armi»

ASCOLI - Dopo l’approvazione in Consiglio comunale della delibera relativa all’armamento degli agenti di Polizia municipale, i consiglieri Nardini e Speri confermano il netto rifiuto a una proposta a loro avviso in controtendenza con i dati provinciali sulla sicurezza. «Nella nostra realtà un vigile di quartiere sarebbe certamente più utile»
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L’armamento dei vigili urbani di Ascoli continua a tenere banco nel dibattito politico cittadini.

Emidio Nardini e Massimo Maria Speri

 

A qualche giorno di distanza dall’approvazione in Consiglio della delibera relativa all’applicazione del regolamento comunale che consentirà agli agenti di Polizia Municipale di portare con sé una pistola semiautomatica nell’attività di controllo della città, in una nota a firma dei rappresentanti in Sala della Ragione Emidio Nardini e Massimo Maria Speri, il comitato civico Ascolto&Partecipazione ribadisce la sua netta opposizione a una decisione caldeggiata dalla Prefettura ma, a detta dei consiglieri, inadeguata alla quotidianità delle cento torri.

 

«In base all’indice di criminalità redatto dal quotidiano Il Sole 24 Ore – puntualizzano Nardini e Speri – La provincia di Ascoli Piceno è all’89esimo posto nella graduatoria di pericolosità nazionale, cioè tra le province più sicure d’Italia.

 

Questa notizia stride fortemente con la recente scelta dell’Amministrazione comunale di Ascoli di armare gli agenti della Polizia municipale. Il sindaco ha difeso questa scelta facendo riferimento ad un invito formale del Prefetto in cui si rappresentava l’esigenza di dotare di armi i vigili urbani “considerata la situazione relativa all’ordine e alla sicurezza pubblica del territorio comunale”.

La comandante della Polizia municipale, Patrizia Celani, durante l’ultima seduta del Consiglio comunale

 

Ascolto & Partecipazione ha votato contro tale decisione contestandone la premessa che, anche alla luce dei dati riportati dal Sole 24ore, si conferma alquanto discutibile».

 

Anziché sull’armamento, dal punto di vista dei rappresentanti di A&P tempo e risorse andrebbero piuttosto investite nell’assunzione e nella formazione di nuovi agenti, in grado di contribuire attivamente alla causa della sicurezza e di rappresentare un indispensabile punto di raccordo tra Polizia municipale e cittadinanza.

 

«Siamo fermamente convinti che la sicurezza del nostro territorio comunale non si accresca dotando di pistole il corpo di Polizia locale – affermano Nardini e Speri – bensì migliorandone il presidio attraverso l’aumento del numero degli agenti.

 

Nella nostra realtà il vigile di quartiere sarebbe certamente più efficace, utile e di riferimento per i cittadini e per la loro sicurezza».

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