di Luca Capponi
Ieri Ignazio La Russa (Fratelli d’Italia) alla presidenza del Senato, oggi Lorenzo Fontana (Lega) alla Camera. Le prime giornate del nuovo Parlamento definiscono i nuovi assetti. Non senza polemiche.
Augusto Curti alla sua prima in Parlamento
Anche tra la base picena che, mai così nutrita, è entrata a far parte della diciannovesima legislatura, composta da Roberto Cataldi (M5S) e Guido Castelli (Fratelli d’Italia) al Senato, dall’ascolana di adozione Giorgia Latini (Lega) fino all’ex sindaco di Force Augusto Curti (Partito Democratico) ed ai sambenedettesi Giorgio Fede (M5S) e Lucia Albano (Fratelli d’Italia) alla Camera. Senza dimenticare l’ascolana Rachele Silvestri (Fratelli d’Italia) eletta in Abruzzo.
«Alla prima occasione mettono ai vertici della Repubblica chi si rifà a mondi fuori dalla storia. Credo che Giorgia Meloni abbia già sciolto perlomeno una riserva: quella sul tono da dare al suo prossimo Governo. Non moderato, non atlantista e non declinato al plurale», sono le parole dure di Curti, che commenta così quando accaduto nelle ultime 48 ore.
Riferendosi a La Russa, coi colpi di coda di Forza Italia e i presunti screzi con Berlusconi, ed, in particolare, all’elezione di Fontana, che oggi venerdì 14 ottobre ha ricevuto 222 voti sui 392 votanti. Risultato su cui, e non potrebbe essere altrimenti, ha idee diametralmente opposte Giorgia Latini, ex assessore al Comune di Ascoli ed alla Regione Marche, oltre che ex deputata.
Giorgia Latini
«Complimenti a Fontana, nuovo presidente della Camera -dichiara-. Si tratta di una persona di grandi valori che saprà svolgere benissimo questo importante ruolo. Nel suo discorso ha anche citato il beato Carlo Acutis: questi sono i veri esempi per i nostri giovani. Abbiamo posto i primi capisaldi per dare inizio a una nuova legislatura. Ora, dopo la nomina dei capigruppo, si andrà spediti verso la formazione di un nuovo Governo. Come la Lega ha ribadito più volte, il Paese ci ha dato mandato di fornire risposte concrete ai problemi degli italiani, non solo sul fronte interno. Noi ci siamo».
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