di Maria Nerina Galiè
Il malessere e la preoccupazione sulle sorti dello stabilimento Whirlpool di Comunanza sono palpabili tra i lavoratori. Un centinaio circa, presenti alla manifestazione che nel primo pomeriggio di oggi, 19 ottobre, si è svolta sulla piazza del paese montano, promossa dal coordinamento sindacale riunito ed alla quale hanno preso parte diversi sindaci dei comuni limitrofi (tra loro anche i presidenti dell’Unione Montana dei Sibillini, Fabrizio Vergari, e del Tronto e Valfluvione Giuseppe Amici), il consigliere regionale Anna Casini ed il neo assessore delle Marche Andrea Maria Antonini (leggi qui e vedi il video). A mostrare la vicinanza al territorio ed ai dipendenti, anche tutti i parlamentari recentemente eletti del Piceno, assenti giustificati perché tutti a Roma, in una fase cruciale del nuovo governo.
Ma la situazione è ad un punto di svolta anche da queste parti.
A stremare i lavoratori, «l’atteggiamento arrogante della Whirlpool, che non si è presentata al Mise, nei confronti dei lavoratori, dei sindaci e dei territori», ha fatto notare Anna Casini, auspicando l’aiuto della Regione Marche, come nel 2018, quanto era scesa in campo in prima persona, fino al rinnovo del piano industriale.
(Continua a leggere dopo il video in cui parla Anna Casini)
«Ieri – hanno raccontato i dipendenti – il sito produttivo piceno ha ricevuto visite. Top secret sulla loro identità e sul motivo della visita».
Ad occhio e croce, hanno riferito si sia trattato di persone di nazionalità straniera, forze turca. I potenziali acquirenti? Non si sa. Perché tutto tace – e da mesi – da parte dei vertici del colosso americano.
Serpeggia ormai una sorta di “rassegnazione”, che potrebbe diventare un sollievo, lo prospettiva che sembra ineludibile della vendita del sito produttivo.
«A questo punto – chiedono a gran voce i sindacalisti ai quali fanno eco gli amministratori – che si parli chiaro. Dobbiamo sapere quando ed a chi».
Era circa un terzo della forza lavoro dello stabilimento di Comunanza a manifestare in piazza oggi: sono state diverse le ore di sciopero effettuate fino a oggi, da quel 29 settembre in cui la Whirlpool ha dato forfait all’incontro al Mise. Chissà quante altre bisognerà farne per evitare il peggio.
E lo sciopero, manco a dirlo, sulla busta paga si sente.
Impossibile biasimarli e difficile dire quanto siano state rassicuranti le parole degli amministratori, locali, regionali e nazionali, pronti a dare sostegno.
«Questa non è una vertenza sindacale – ha tuonato il sindaco di Comunanza Alvaro Cesaroni – ma qualcosa di più. Noi, sin da subito dobbiamo coinvolgere nel problema tutte le autorità locali e nazionali, qua è in gioco il futuro di un territorio che è stato fortemente condizionato da questo stabilimento.
La presenza dello stabilimento, da 50 anni governa l’economia dell’intera vallata dell’Aso e della zona interna dei Sibillini. Perché? perché tutto l’interesse di carattere imprenditoriale, lavorativo, ha ruotato attorno al concetto dello sviluppo industriale. Facendo tralasciare altre cose come turismo e agricoltura.
«I parlamentari, assenti giustificati appunto, ma su cui contiamo facendoci ovviamente forti delle dichiarazioni che gli stessi hanno fatto dopo le elezioni», ha ricordato Alessandro Pompei (video), segretario provinciale Fiom Cgil che ha letto un messaggio dell’onorevole Giorgio Fede: lui e tutti i colleghi del Piceno – Augusto Curti, Lucia Albano, Roberto Cataldi, Guido Castelli – hanno affidato a sindacalisti e amministratori la promessa di seguire la vicenda e la richiesta di essere tenuti al corrente degli eventuali sviluppi.
(Continua a leggere dopo il video, nel quale parla Alessandro Pompei)
«Siamo arrivati alla data che la Whirlpool stessa ci ha dato per sciogliere le riserve, il 21 ottobre – sono state le parole di Francesco Armandi, segretario regionale Metalmeccanici Ugl ed ex Rsu – ma noi non siamo qui, oggi, per aspettare lunedì, quando forse avremo delle linee guida, ma con date e tempi ancora ignoti.
Quello che noi ci aspettiamo è che da lunedì, insieme con i parlamentari del territorio di cui porto i saluti, dobbiamo iniziare una vera e propria lotta. Se le cose andranno come speriamo, attraverso una riconversione o una vendita, dovremo stare attenti a chi, come e perché.
Se invece le cose dovessero andare nel peggiore dei modi, dovremo fare ancora di più, essere presenti, sia noi che le istituzioni, cominciando dal territorio, dai sindaci ai senatori, dai nostri rappresentanti del governo».
«Il 29 settembre – ha preso così la parola Raffaele Bartomioli, segretario provinciale Fim Cisl – di fronte a due ministri. la Whirlpool ci ha mandato un comunicato dove diceva di non poterci parlare cercando scuse. Da quel momento abbiamo deciso di trovarci qui, per continuare questa lotta, per chiedere un confronto con la multinazionale.
(Continua a leggere dopo il video di Giampiero Santoni, segretario regionale Fim Cisl Marche)
«Prima di questa vertenza ce ne sono state altre – ha detto ancora Bartomioli – sapete come è finita la storia di Napoli, dove Whirlpool, in un giorno, ha messo una “X” rossa su quello stabilimento. Io c’ero e non fu data nessuna spiegazione. Non deve ripetersi per Comunanza. Quindi noi oggi chiediamo a Whirlpool di incontrarci e confrontarci, perché noi non siamo legati a Whirlpool, non ci interessa che qui ci sia lei o un’altra.
Noi vogliamo iniziare un confronto per preservare il sito di Comunanza. Se l’azienda vorrà eventualmente vendere, ci incontreremo con chi verrà per parlare di piano industriale e di futuro dello stabilimento di Comunanza. Proprio per questo dobbiamo tenere molto alta questa vertenza, perché loro si accorgeranno che persino qui ci siamo mobilitati.
Dobbiamo mandare dei messaggi forti per far sapere che noi ci siamo, che noi ci teniamo. Al nuovo governo dovremo dire che l’elettrodomestico in Italia è un settore fondamentale. Se ci fosse bisogno, possono anche far diventare quello dell’elettrodomestico un settore strategico quindi serve che lo stato intervenga direttamente su questo settore mettendo dei paletti».
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