Armi alla Polizia Municipale, anche il Comune di San Benedetto avvierà l’iter

SAN BENEDETTO - Il sindaco Spazzafumo: «Siamo stati sollecitati dalla Prefettura a farlo. L'integrazione sarà simile a quella presa nel capoluogo»
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La Polizia Locale a San Benedetto

 

di Giuseppe Di Marco

 

«Siamo stati sollecitati dalla Prefettura ad avviare un iter per l’introduzione di armi nella dotazione della Polizia Municipale. In virtù di ciò, daremo il via ad una procedura di verifica per capire come mettere in pratica la misura nel nostro Comune. Non sarà un’integrazione massiccia, anzi probabilmente la detenzione di armi sarà possibile dietro richiesta individuale, su base volontaria».

 

E’ con queste parole che il sindaco Antonio Spazzafumo illustra sommariamente la prossima misura che intende adottare in tema sicurezza. Una misura che ricalcherebbe in gran parte quella già adottata dal Comune di Ascoli Piceno nell’ultimo Consiglio comunale. «In buona sostanza – spiega Spazzafumo – l’integrazione che abbiamo in mente per San Benedetto sarà simile a quella presa nel capoluogo».

 

Tecnicamente, tutto parte dal recepimento della legge 127/97, secondo cui «Gli addetti al servizio di Polizia Locale ai quali è conferita la qualifica di agente di pubblica sicurezza, possono, previa deliberazione in tal senso del Consiglio comunale, portare, senza licenza, le armi, di cui possono essere dotati in relazione al tipo di servizio nei termini e nelle modalità previsti dai rispettivi regolamenti, anche fuori dal servizio, purché nell’ambito territoriale dell’Ente di appartenenza».

 

Nell’istruttoria della delibera con cui Ascoli ha modificato il proprio regolamento della Polizia Municipale, viene quindi citata una “nota di sollecitazione” della Prefettura, risalente al 20 ottobre dello scorso anno, «nella quale si è evidenziata l’esigenza, più volte emersa anche nel corso delle sedute del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, di dotare il personale della Polizia Locale di adeguati strumenti di autodifesa». Non è chiarissimo, però, chi abbia effettivamente evidenziato tale esigenza. La citata legge, peraltro, attribuisce al Consiglio comunale la massima capacità discrezionale. In tal senso, tale misura si tramuta in una decisione di natura squisitamente politica.

 

Come verrebbero introdotte le armi? Se ancora non è dato sapere come e quando questa riforma verrà concretizzata, si può però dare un’occhiata al regolamento approvato ad Ascoli lo scorso 29 settembre.

 

L’arma in dotazione alla Locale, in questo caso, è la pistola a funzionamento semiautomatico. Gli agenti possono portarla durante qualsiasi servizio, ad eccezione di quelli preordinati all’attività informativa, notifica di atti, educazione nelle scuole e rappresentanza dell’ente. Per ricevere l’arma, l’addetto della Municipale deve quindi essere qualificato come “agente di pubblica sicurezza“. Tutti gli agenti devono averne una, e possono essere esentati solo per comprovati motivi da cui però esula l’obiezione di coscienza. Unici requisiti per ottenere l’arma sono il possesso dell’idoneità psico-fisica, accertata dalla Medicina Legale con cadenza quinquennale, e il superamento del corso d’addestramento.

 

Altro elemento d’interesse è costituito dal fatto che «l’assegnazione in via continuativa dell’arma – recita il regolamento – consente il porto della medesima senza licenza anche fuori dell’orario di servizio nel territorio comunale e per raggiungere dal proprio domicilio il luogo di servizio e viceversa».


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