Una delle due pecore sbranate a Monsampolo
di Andrea Ferretti
Continuano le stragi di pecore. Ad ucciderle sono i lupi anche se i soliti “bastian contrari” parlano di cani inselvatichiti. Poi, guarda caso, escono fuori le prove che si tratta di lupi. Escono fuori dai rilievi dei Carabinieri Forestali e degli operatori del Servizio veterinario dell’Asur ma, per i più scettici sono a disposizione inequivocabili video che ritraggono tranquille famigliole di lupi a passeggio di giorno in attesa di attaccare dopo il buio, e anche delle foto che non pubblicabili per quanto sono orribili e cruente.
Casa colonica di Spinetoli e Oasi La Valle di Pagliare nella vallata del Tronto. Casamurana, Campolungo (a pochi metri dalla pista ciclabile!) e Cignano venendo ad alcune delle frazioni di Ascoli, distanti una manciata di chilometri. Tornando indietro nel tempo, ma senza andare molto a ritroso, gli attacchi a Rosara e, soprattutto, a Colle San Marco dove il proprietario delle pecore caricò i suoi animali sbranati su un grosso carro che trainò poi con il trattore in Piazza Simonetti, sede della Prefettura. Una protesta clamorosa nei giorni in cui singoli allevatori, associazioni di categoria e Regione Marche si azzuffavano su leggi e norme dei rimborsi di pecore uccise dai lupi.
I lupi scendono a valle. Spesso lo fanno sulle tracce dei sempre più numerosi cinghiali che ormai arrivano nel centro delle città (tralasciamo gli innumerevoli casi avvenuti ad Ascoli, ma anche sulla costa picena) trasformando l’attività dei “selecacciatori” in poco più di un palliativo. Sempre più a valle, visto che sono arrivati sulle sponde del Tronto. Non sono “cattivi”, men che meno parenti di quello di “Cappuccetto Rosso”, ma si tratta solo di animali che hanno fame e che al ristorante non fanno entrare.
Se il nostro lettore di Cignano se l’è cavata con un un video di giorno e un pò di paura di notte, è andata molto peggio a una donna di Monsampolo del Tronto che vive in campagna, a cinquecento metri dal paese.
Ieri, martedì 8 novembre, la sgradita sorpresa: «Nella mia proprietà ho alcuni animali da cortile, due pecore e una cavalla – racconta – e come tutte le mattine, andando a dare da mangiare alle pecore e alla cavalla, ho fatto una macabra scoperta. Purtroppo le mie due amate pecorelle sono state dilaniate dai lupi maledetti. Per fortuna hanno risparmiato la cavalla. I lupi praticamente passeggiano davanti casa, le loro orme sono ben visibili. Vorrei tanto – aggiunge sconfortata – che passeggiassero davanti le case di chi fa le leggi. E’ una situazione non più sostenibile. Non siamo liberi di tenere animali e, oltretutto, la presenza dei lupi è anche un pericolo anche per le persone, perchè si sono avvicinati al paese. Poi – conclude la signora – oltre il danno anche la beffa perchè ho dovuto pagare 150 euro per lo smaltimento delle carcasse delle mie due pecore che non possono essere interrate. Spero che chi di dovere metta riparo a questa situazione, ma siccome siamo in Italia non ci credo più».
Del fatto è stato dunque avvisato il Servizio veterinario dell’Asur. Speriamo che anche questo caso finisca nell’agenda dei Carabinieri Forestali e che intervenga anche il sindaco, in questo caso Massimo Narcisi di Monsampolo del Tronto, il quale, come primo cittadino e come “ufficiale del Governo adotta con atto motivato provvedimenti, anche contingibili e urgenti nel rispetto dei princìpi generali dell’ordinamento, al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana”. Più di così…
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