di Walter Luzi
Anche una borsa di studio ricorderà, all’Istituto Agrario “Ulpiani” di Ascoli, il professor Roberto D’Angelo. L’ha istituita il Comune di Offida, ma sarà la scuola a deciderne i destinatari più meritevoli fra quanti sceglieranno, nel loro percorso di studi, la viticoltura e l’enologia. Le materie più care al prof prematuramente scomparso nove mesi fa. Un dolore che non passa. Un vuoto difficile da colmare. Perchè quelli come Roberto D’Angelo sanno lasciare una impronta profonda. Anche in una vita, purtroppo, breve. Ma vissuta intensamente. Con impegno quotidiano sempre aperto agli altri. Nel lavoro, nel sociale, nella politica. Con passione, soprattutto. Ecco.
Passione. Sua, e che riusciva a trasmettere, naturalmente, anche, soprattutto, ai suoi giovani studenti dell’Ulpiani. Che lo stimavano, che gli volevano bene. Anche loro. Un feeling autentico, nato durante le sue lezioni mai noiose, fra i filari delle vigne e le botti della cantina. Un ruolo educativo, quello del professor D’Angelo, che era teso ben oltre il profitto scolastico.
«La sua missione era quella di appassionare i ragazzi a tutte le cose della vita – ricorda il suo collega, e fraterno amico, Emidio Collina – Convincerli a spendersi per ogni cosa in cui credessero. Con passione. Non voleva crescere solo buoni enologi, ma soprattutto uomini. Ed educarli a perseguire sempre i propri sogni, e a non smettere mai di lottare per realizzarli».
La presentazione dell’iniziativa si è tenuta nella cantina dell’Istituto Agrario diretta negli ultimi quattro anni proprio dal professor D’Angelo. Con l’umiltà saggia dei cantinieri, e l’immancabile sorriso. Vi era entrato, appena laureato, come assistente tecnico del professor Costantini. In videoconferenza, causa covid, il sindaco di Offida, Luigi Massa. La dirigente Rosanna Moretti a fare gli onori di casa. In prima fila, emozionatissime, le tre donne di Roberto. La mamma, la moglie, la sorella. Nicolina, Emanuela, Antonella.
Proprio Collina ne ha raccolto il testimone. «Dirigere la cantina dell’Istituto è un onere enorme – commenta – ma Roberto, anche in questo caso, ha saputo costruire una una squadra che funziona, che lavora bene in grande armonia. Un team affiatato di sei persone che approfitto per ringraziare».
Forse anche in Ascoli lo sanno in pochi. L’Istituto Agrario “Celso Ulpiani” figura fra le prime dodici scuole enologiche storiche sorte in Italia, e fra le pochissime aziende agrarie biologiche del nostro Paese. Quando è sorto, centoquaranta anni fa, in tutta l’Italia centrale ne esistevano solo due, a Siena e a Roma.
«Il convitto si fece – commenta ancora Collina – perché arrivavano a frequentarlo studenti da tutte le regioni limitrofe. Ancora oggi numerosi allievi arrivano dall’Abruzzo, perchè Roberto ha saputo ben seminare anche lì. Come il professor Leonardo Seghetti, un altro insegnante storico dell’Istituto, andato in pensione l‘anno scorso».
I ragazzi hanno montato un breve video di immagini insieme al loro prof fra i filari della vigna nella tenuta Marcatili. In quella cantina che non è più, o non solo almeno, intesa come un laboratorio scolastico. Ma come un luogo dell’anima. Quella che ci metteva quel prof dagli occhi azzurri quando insegnava loro la fiducia in sé stessi. Quando li spingeva a crescere e a migliorarsi. Ad amare, con quei grappoli d’uva, il proprio lavoro. A riempire, come con il buon vino quelle bottiglie, le loro vite, di impegno, e di passioni. A fissare obiettivi ambiziosi, che andassero oltre il pezzo di carta. E a inseguire sogni.
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