Continua a far discutere la proposta di ampliamento avanzata dall’Amministrazione
di Giuseppe Di Marco
Continua a far discutere la proposta di ampliamento delle concessioni, avanzata dall’Amministrazione comunale ai balneari del primo comparto. Una proposta attorno alla quale si è alzato un polverone generando una gran confusione su alcuni aspetti fondamentali della stessa.
Ed è proprio per fare chiarezza che, questa mattina, l’intero blocco della minoranza consiliare ha chiesto che l’Amministrazione torni a confrontarsi con i balneari all’interno di un’apposita commissione Urbanistica. La richiesta è stata formulata da consiglieri di destra e sinistra, che ultimamente sembrano convergere su diverse tematiche della macchina comunale.
A farsi portavoce della protesta è, ancora una volta, l’ex sindaco Pasqualino Piunti: «Questa nostra iniziativa è tesa a dare risposte concrete ai balneari – spiega il consigliere di Forza Italia – anche in considerazione del fatto che fra poco inizierà la stagione e sotto il fronte dell’adeguamento potrebbero trovarsi indietro. Penso che nessuno di noi voglia assistere nuovamente alle scene dell’anno scorso, quando molti stabilimenti furono costretti a togliere diverse file di ombrelloni. Il punto è che la categoria ha bisogno di regole chiare, ma come le possono essere fornite se nell’ultimo incontro il Comune nemmeno c’era?»
Tanti i punti da approfondire. Il dispositivo elaborato da Viale De Gasperi, in particolare, permette agli chalet “storici” di aggiungere postazioni ombreggianti – cosa che finora non era possibile – a patto che adeguino, in proporzione all’ampliamento, anche il numero dei servizi igienici. Fino a 100 ombrelloni, le concessioni dovranno mettere a disposizione 2 bagni. Oltre i 100, ne dovranno avere 4. Ma la questione è più complicata di così.
«Responsabilmente abbiamo depositato questa richiesta – prosegue Piunti – con la preghiera di invitare le associazioni di categoria per trovare la necessaria chiarezza, come ad esempio sulla questione dei bagni di cui ciascuna concessione deve dotarsi. Non si capisce, infatti, se nel novero dei servizi igienici debbano essere inclusi o meno anche quelli che si trovano all’interno del bar o ristorante. Settimane fa l’azienda sanitaria ha dato un’interpretazione, ma la sanità parla per quel che le compete: il Comune deve fare altrettanto, perché le due realtà non coincidono».
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