di Luca Capponi
Che succede al Ponte di Tasso? Da una parte spettacolari acque cristalline, natura incontaminata e un manufatto di origine antica, costruito in epoca medievale per attraversare il fiume Castellano. Dall’altra, un sito collocato alla fine di un breve ma poco agevole sentiero, dove per arrivare a immergersi occorre calarsi con una corda. Niente di impossibile, se solo spesso non ci fossero imprudenza e abbigliamenti poco adatti ad una situazione che si sviluppa tra rocce scivolose e pendenze. A tutto ciò si aggiunga pure una serie di problematiche “logistiche” relative a passaggi su proprietà private, ed ecco che il gioco è fatto.
Da qualche tempo, infatti, l’accesso al meraviglioso monumento è sbarrato da una rete metallica con tanto di eloquente cartello dalla dicitura “Filo spinato”. Vicino, altri due cartelli con scritto “Vietato l’accesso – Proprietà privata” ed un altro con la scritta “Chiuso per smottamenti”. A leggerli tutti si evince un po’ di confusione, ma poco male. Il risultato non cambia. Da precisare che non si tratta di un provvedimento preso dal Comune, poiché non vi è nessun simbolo riconducibile all’Arengo, neanche sugli avvertimenti posti in prossimità del ponte.
Prima di entrare nel merito, però, un’altra precisazione. Per arrivare al Ponte di Tasso ci sono due vie “ufficiali”. Una dalla strada di Rosara, quasi del tutto off limits a meno che non si proceda a piedi lungo un sentiero che nell’ultimo tratto è sepolto dalla vegetazione. L’altra invece, quella in questione, più agevole e frequentata, si trova lungo la strada che sale da Ascoli verso Castel Trosino. Non a caso, soprattutto durante la bella stagione, qui si riversano in tanti, soprattutto giovani, coi mezzi o anche a piedi. Giunti sul posto, però, scivolate ed infortuni sono all’ordine del giorno. Anche perché, come detto, per arrivare all’acqua occorre aiutarsi con le corde che si trovano in loco. Ci sono anche altri punti a rischio, dove ci si tuffa da altezze ardite e ci si muove con troppa leggerezza. La scorsa estate, a memoria, i Vigili del fuoco sono stati impegnati a “ripescare” i malcapitati almeno un paio di volte.
Insomma, la vicenda che ruota attorno a questo suggestivo scorcio storico-naturalistico andrebbe chiarita una volta per tutte. Anche perchè, al netto di chi affronta la situazione con scarsa prudenza, ci sono tanti altri fruitori del monumento, appassionati di fotografia e camminate, che hanno il diritto di poter raggiungere il Ponte di Tasso come e quando vogliono. Lo stesso ponte, tra l’altro, è segnalato da cartelli informativi che ne raccontano storia e origini, posizionati lungo la strada a mappare il cosiddetto “Anello del Castellano”.
Dunque, la cosa migliore sarebbe innanzitutto capire cosa sia accaduto: ci sono smottamenti? E dove? Si può intervenire per ripristinare il tutto? Oppure il sentiero è franato irrimediabilmente? E in quale punto? Ci sono problemi strutturali sullo stesso ponte? In tal caso sarebbe utile comprendere, anche perchè senza possibilità di accesso occorre fidarsi…dei cartelli.
Secondo, va chiarito se, oltre le proprietà private che giustamente reclamano i loro diritti, ci sia un passaggio comunale che non crei problemi di confini e che possa condurre sul posto chi vuole farsi un bagno o semplicemente godersi lo scorcio. Discorso simile per la sicurezza, con le corde che se da un lato rappresentano una comodità per raggiungere il fiume (e che ogni tanto andrebbero controllate e sostituite), dall’altro nascondono insidie per gli imprudenti.
Si tratta di considerazioni da affrontare con una certa celerità, poichè non è difficile ipotizzare che, nonostante reti e avvertimenti, qualche sconsiderato provi a raggiungere il fiume percorrendo vie più pericolose. Soprattutto ora che sta iniziando la bella stagione, momento in cui la zona diviene molto battuta. Un crescendo risalente agli ultimi anni, quando questo luogo un po’ nascosto è divenuto, come accade sovente, meta ambita grazie al tam-tam dei social.
Di sicuro, si tratta di una situazione non semplice da risolvere.
Infine, due curiosità di segno opposto rinvenute sul web. Secondo Wikipedia, il ponte di travertino fu ristrutturato e consolidato negli anni trenta del XX secolo. È stato anche inserito dal Fai tra i “luoghi d’Italia da scoprire, proteggere e valorizzare”.
Nel blog “I viaggi di Bea”, poi, si racconta di un’escursione nell’entroterra marchigiano diretta anche alla “Cascata Ponte di Tasso”, dove “al vostro arrivo troverete un piccolo parcheggio, gestito da un signore che chiede un’offerta per custodire le auto, e che vi indicherà il percorso da seguire”.
Il mistero, come si dice in questi casi, si infittisce. L’auspicio è che il Ponte di Tasso non faccia la fine del Ponte di Cecco, ad Ascoli, appena riaperto al pubblico dal lato del Forte Malatesta, ma da decenni inesorabilmente chiuso dall’accesso opposto, quello situato in zona Caldaie; una questione di passaggi e pertinenze private che il Comune non è mai riuscito a districare. Purtroppo.
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