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Festa della Forze Armate e dell’Unità nazionale, Spazzafumo: «Donne e uomini in divisa oggi sono strumenti di pace e ricostruzione» (Foto)

SAN BENEDETTO - Sindaco, onorevole Albano e comandante di Capitaneria di Porto hanno deposto la corona davanti alla statua del  Milite della Grande Guerra
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Oggi, 4 novembre, festa delle Forze Armate ma anche dell’Unità nazionale. La cerimonia a San Benedetto ha visto schierati, in Viale Secondo Moretti, rappresentanti delle forze dell’ordine e delle forze armate, delle associazioni combattentistiche e d’arma, delle istituzioni.

Il sindaco Antonio Spazzafumo, il sottosegretario al Ministero dell’Economia Lucia Albano e la comandante della Capitaneria di Porto, Alessandra Di Maglio, hanno deposto una corona – benedetto da don Nicola Spinozzi, il cappellano militare della Capitaneria – davanti alla statua del Milite della Grande Guerra.

Il sottosegretario Albano ha letto il messaggio rivolto alle Forze Armate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sono poi intervenuti il sindaco Spazzafumo e la comandante Di Maglio.

«C’è chi giudica anacronistico rievocare fatti avvenuti più di un secolo fa – ha detto Spazzafumo – eppure quello che avvenne allora fu qualcosa di epocale.

La vita nelle trincee, la comune esperienza del pericolo, l’ansia e il dolore condivisi da milioni di famiglie ebbero perlomeno un rivolto positivo: consolidarono un sentimento di popolo nel momento in cui l’Italia si avviava alla sua trasformazione in moderna realtà industriale.

Oggi – ha proseguito il primo cittadino – c’è un motivo in più per dire grazie alle nostre donne e ai nostri uomini in divisa .

In un mondo che cambia, essi vedono sfumare il loro ruolo tradizionale di addetti alla difesa e alla sicurezza del Paese per assumere compiti nuovi ma ugualmente impegnativi come la presenza attiva nei territori più martoriati del pianeta perché gli accordi di pace vengano realizzati appieno e perché si creino quelle condizioni necessarie a rassicurare le popolazioni indifese.

Se istituzioni nate e concepite per fare la guerra si trasformano in strumenti di pace e di ricostruzione, vuol dire che un mondo migliore è ancora possibile».

Anche ad Ascoli la celebrazione di questo importante momento. 

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