facebook rss

Impianto di stoccaggio alimentare, si va avanti con la conferenza dei servizi

SAN BENEDETTO - Immediata la replica alla consigliera Marchegiani: la conferenza dei servizi rispetta le norme regionali e, in caso di parere favorevole, la proposta andrà comunque in Consiglio
...

Bruno Gabrielli

 

di Giuseppe Di Marco

 

I criteri e gli indirizzi per valutare la proposta di impianto di stoccaggio alimentare sono dettati dalla legge regionale, quindi il regolamento comunale non serve e si andrà in conferenza dei servizi, dopodiché, se l’esito sarà favorevole, in Consiglio.

 

E’ questa la spiegazione data da Bruno Gabrielli in merito alla proposta, avanzata da una società, di realizzare un impianto di stoccaggio per prodotti ortofrutticoli in Via Pomezia, in deroga all’altezza massima consentita e, pertanto, in “variante” allo strumento urbanistico. Nello specifico, l’idea della società è di demolire il vecchio fabbricato e costruirne uno che, in parte, raggiungerebbe un’altezza di 28 metri.

 

Era stata Annalisa Marchegiani ad affermare che il Comune avrebbe dovuto bloccare la conferenza dei servizi atta a valutare la proposta, convocata per il 28 febbraio. Perché? Secondo la consigliera, prima di valutare una variante depositata al Suap (lo Sportello unico per le attività produttive), il Consiglio dovrebbe redigere un regolamento che sancisca indirizzi e criteri cui attenersi per esaminare ogni singola istanza. Tutto ciò, in conformità all’articolo 18 dello stesso regolamento Suap.

 

Gabrielli, però, smentisce: «L’articolo 26 quater della legge regionale 34/1992 – afferma l’assessore – introdotto nel 2015, definisce anche criteri e procedure che l’articolo 18 del regolamento Suap rimandava all’approvazione del Consiglio, rendendo così di fatto non più necessarie tali disposizioni regolamentari di competenza consiliare». Insomma la proposta, per Gabrielli, può approdare direttamente in conferenza dei servizi. Tra l’altro, lo stesso articolo sostiene che, qualora in quella sede la Provincia dovesse esprimere parere favorevole, la questione verrebbe comunque rinviata in Consiglio.

 

Marchegiani, inoltre, aveva fatto notare che, in passato, l’Amministrazione aveva affermato di non voler dare seguito a varianti, e che quindi la variante di oggi creerebbe un precedente per tutti quei privati a cui è stato detto di no. Porte aperte, insomma, a possibili ricorsi. Secondo l’assessore, però, la proposta dell’impianto ricadrebbe in una casistica completamente differente. «La questione non ha niente a che vedere con altre varianti, oggetto di contenzioso – conclude Gabrielli – in quanto rientra in una fattispecie per cui non sussiste necessariamente il “prevalente interesse pubblico”. È una variazione solo in altezza».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




X