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Banca del Piceno, uno sguardo al futuro con l’ESG: «Sostenibilità criterio fondamentale per le imprese»

IMPORTANTE incontro con molto imprenditori nella sede di Monteprandone per illustrare le novità introdotte dalla Bce e che favoriranno le aziende che hanno già intrapreso percorsi di transizione ambientale e sociale
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Bruno Cassola, Felicita De Marco, Alfio Bagalini, Gabriele Illuminati

 

di Pier Paolo Flammini

 

Un mondo nuovo che s’affaccia, anche nel mondo bancario. Un mondo col quale occorrerà confrontarsi: così la Banca del Piceno ha avuto la lungimiranza di organizzare un incontro, presso la propria sede di Monteprandone, col titolo “ESG: il nuovo paradigma per il successo aziendale”. L’evento si è tenuto venerdì 23 febbraio e ha richiamato un numeroso pubblico.

 

ESG è un acronimo che sta per Environmental, Social, Governance ovvero Ambiente, Società e Governo Societario. Si tratta dei cosiddetti tre pilastri che sempre più il sistema bancario sta inserendo nei criteri di valutazione delle imprese, su impulso della Banca Centrale Europea, per contribuire a guidare il sistema economico verso criteri di sostenibilità. Dunque sempre più le imprese dovranno integrare all’interno dei loro valori finanziari anche elementi ambientali (si pensi all’uso di energie rinnovabili), sociali (ad esempio le pari opportunità), e di “governance” (come ad esempio la trasparenza dei sistemi decisionali) anche per accedere al credito.

 

Una vera e propria “rivoluzione” che è stata illustrata con l’intervento di Felicita De Marco, responsabile Esg Strategy del Gruppo Bcc Iccrea, e Bruno Cassola, responsabile Supporto Commerciale e Affari Istituzionale del Gruppo Bcc Iccrea.

 

Bruno Cassola, Felicita De Marco, Alfio Bagalini, Gabriele Illuminati

«Le norme imporranno sempre più di facilitare il credito alle aziende che hanno intrapreso un percorso verso la transizione ecologica e sociale – ha spiegato Felicita De Marco – Si stanno introducendo quindi degli indicatori specifici, affinché gli effetti di certe decisioni aziendali siano misurabili in un rating di sostenibilità. Dobbiamo pensare che alcuni elementi di nuovi rischi introdotti dalla Bce riguardano ad esempio il rischio fisico di immobili che possono essere o meno interessati da fenomeni naturali come le alluvioni. Oppure, e ci sono già dei casi, le grandi aziende decidono di rendere sostenibile la propria produzione adottando un rating ESG per cui tutta la catena di imprese fornitrici deve adeguarsi e fornire questi indicatori, altrimenti risulteranno escluse dal sistema degli acquisti. In tutto questo contesto servono dati misurabili».

 

Bruno Cassola ha poi illustrato un sistema semplice, che a partire dai prossimi giorni sarà accessibile anche dal sito della Banca del Piceno, affinché anche una piccola o media impresa possa agevolmente accedere a una prima autovalutazione della propria sostenibilità: «Rispondendo al questionario si avrà un giudizio complessivo per i tre pilastri, e una valutazione dell’impresa rispetto alla situazione delle imprese concorrenti. Si può rispondere a un report sintetico o a un report esteso, e il tempo necessario varia da un’ora a un’ora e mezza. Può anche esserci la necessità che oltre a questo report si giunga a un vero e proprio Piano d’Azione, che ha una versione semplificata per le Pmi».

 

Il presidente della Banca del Piceno Alfio Bagalini ha aggiunto: «Occorre che l’intero sistema produttivo si ponga l’obiettivo della sostenibilità ambientale e sociale, e la sostenibilità delle imprese passa per l’innovazione in questo settore, necessario per restare al passo coi tempi e con le richieste che arrivano anche dalla società».

 

Il vice direttore vicario della Banca del Piceno, Gabriele Illuminati, concorda: «L’ESG è un nuovo elemento di valutazione nella concessione del credito. Le aziende non devono pensare che può bastare un po’ di investimenti nei pannelli fotovoltaici, ma devono ricalibrare l’intero modello organizzativo e in questo compito le banche attente alle necessità del territorio, come la Banca del Piceno, possono intraprendere un confronto dialettico con le stesse imprese per orientarle».

 


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