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Ascoli-Reggiana: “non ci resta che piangere” (Tutte le foto)

SERIE B - Il titolo del film di Massimo Troisi e Roberto Benigni fotografa la partita e anche il (lungo) momento no che stanno attraversando i bianconeri
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di Lino Manni

 

(foto Ascoli Calcio)

 

C’è un detto che dice”palla fa tu”. Ed è quello che si è (ri)visto al “Del Duca” anche in Ascoli-Reggiana. Speravo in una vittoria anche brutta, casuale, immeritata e rubata. Invece niente. L’Ascoli ha fallito ancora una volta perdendo, visti gli altri risultati, una ghiotta occasione per rientrare nel gruppo delle pretendenti alla salvezza. La speranza è l’ultima a morire, ma le partite e i punti palio a disposizione sono sempre meno. E’ il quarto risultato utile consecutivo: magra consolazione perchè la politica dei piccoli passi non paga.  Nella prima mezzora non c’è stato nulla: due squadre prive di gioco, una peggio dell’altra. Poi un brivido, l’infortunio del portiere Bardi. Un vantaggio in più per i bianconeri. Ma chi tira in porta? Nessuno. Il “Del Duca” a tratti sembra un’arena, con i giocatori che se le danno di santa ragione. Due passaggi di fila? Utopia. Vince chi effettua il lancio più lungo: ho visto di meglio in Seconda Categoria.

Spero nella ripresa. Una attesa inutile. Anzi, va peggio. Brivido con Bellusci che dà troppa confidenza al pallone e innesca Gondo che avrà pensato di essere ancora bianconero e grazia il Picchio. Poi la follia di Viviano, a farne le spese è anche Rodriguez che, entrato da poco, lascia il posto al secondo portiere Vasquez. Bianconeri in dieci, anzi in nove, visto che Mendes si fa male e finisce la partita trascinandosi. E allora, difesa a oltranza. “Dieci piccoli indiani. E non rimase nessuno” il giallo di Agatha Christie. All’ispettore Poirot, ovvero i tifosi, il compito di trovare i colpevoli. Come nei gialli della scrittrice britannica gli indiziati, i probabili assassini, sono più di uno, tutti legati dalle responsabilità. Tutti indiziati: giocatori, allenatore, presidente, dirigenti e chi più ne ha più ne metta. Alla fine a pagare, però, è l’Ascoli. E, come recitava il titolo del film di Massimo Troisi e Roberto Benigni: “non ci resta che piangere”.

 

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