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Bolkestein, Cna: «Certezze alle nostre imprese e linee guida condivise con i Comuni costieri»

ASCOLI - Alla luce della sentenza del Tar di Bari restano tanti dubbi a San Benedetto sulla proroga delle concessioni balneari. Interviene anche l'associazione, attraverso Irene Cicchiello, responsabile del settore Nautica: «La mappatura evidenzia un 67% di costa ancora a disposizione per ulteriore concessioni»
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Nel riquadro, Irene Cicchiello

 

 

Bolkestein, le imprese del Piceno ancora in attesa di garanzie per il futuro.

Alla luce della sentenza del Tar di Bari restano tanti dubbi a San Benedetto sulla proroga delle concessioni balneari (leggi qui).

Sull’argomento interviene anche la Cna picena, tramite Irene Cicchiello, responsabile del settore Nautica: «Come associazione ribadiamo la necessità di un nuovo accordo con la Commissione europea per fornire certezze alle nostre imprese e linee guida condivise con i Comuni costieri, in assenza delle quali le amministrazioni sono costrette a ritenere non più in vigore le concessioni esistenti indicendo, senza ulteriori rinvii, le gare pubbliche».

Dopo mesi di incertezze e cambi di programma, le piccole imprese balneari attive lungo la costa picena come in tutta Italia hanno bisogno di garanzie per poter iniziare al meglio la stagione e progettare il futuro con maggiore stabilità.

«La Cna di Ascoli – rincara Cicchiello – costantemente in prima linea sul tema per tutelare le aziende locali e prevalentemente a gestione familiare attive nel settore turistico, evidenzia la necessità di una nuova norma legislativa che valorizzi le attuali concessioni e chiuda una vertenza che da oltre un decennio tiene sulle spine un comparto strategico per il territorio.
La mappatura curata dal tavolo tecnico sulle concessioni, conclusa ormai 7 mesi fa, mostra chiaramente come le aree occupate dalle concessioni demaniali corrispondano attualmente al 33% della costa, con un 67% ancora a disposizione a confermare l’ampia disponibilità della risorsa costiera per ulteriore concessioni.

Ciononostante, questo dato di fatto non è stato ancora tradotto in un provvedimento legislativo nell’ambito di una più ampia riforma del settore, attesa ormai da tempo.
Nel frattempo, i circa 30.000 stabilimenti balneari di tutto il Paese stanno portando avanti investimenti indispensabili per continuare ad offrire un servizio di qualità e al passo con i tempi, puntando su innovazione, sostenibilità e accessibilità pur senza alcuna garanzia di continuità per il futuro a breve e lungo termine».


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