«Quanto accaduto recentemente nella chiesa di Sant’Angelo Magno ci obbliga a riflettere sulla gravità del triste episodio. E’ inconcepibile, infatti, che dei soggetti presenti nella nostra città siano penetrati furtivamente nell’edificio non per rubare qualcosa bensì per distruggere, con tracotante malvagia violenza, tutto ciò che di bello era ancora custodito nella chiesa a partire dal prestigioso organo ormai inutilizzabile, per il completo massacro della statua di carta pesta di San Michele Arcangelo, opera insigne del Maestro Paci, per la distruzione di un crocefisso, per arrivare addirittura alla sacrilega scopertura e profanazione di alcune tombe».
Gaetano Rinaldi
Sono le parole di Gaetano Rinaldi, presidente della sezione ascolana di “Italia Nostra”, che non è rimasto in silenzio di fronte all’episodio di vandalismo che si è verificato nella chiesa al centro di Ascoli (leggi qui).
«Un’opera di vandalica tracotanza – continua Rinaldi – che ha richiesto tra l’altro un impegno immane in termini di tempo impiegato e di energie profuse. E’ questo l’aspetto più inquietante della vicenda.
Appare quindi secondario l’aspetto della responsabilità di chi avrebbe potuto e dovuto provvedere con maggiore impegno ed accortezza alla tutela e conservazione di un patrimonio di tanta importanza (leggi qui).
Ed è necessario capire se è reale l’interesse, da parte di chi è tenuto a farlo, per la salvaguardia e conservazione e valorizzazione dei tesori di cui la città è ricca».
Dai fatti di Sant’Angelo Magno il professore Rinaldi prende spunto per lanciare l’allarme su un’altra opera che rischia di di andare distrutta per le infiltrazioni d’acqua dal tetto, l’immagine dell’Arcangelo Michele, presente sulla calotta dell’Abside della chiesa del Carmine.
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