Il porto di San Benedetto; in alto a sinistra, Lorenzo Marinangeli
di Giuseppe Di Marco
Non è solo il pesce a mancare, ma anche i marinai. E’ questa la disamina che Lorenzo Marinangeli propone sulla pesca, indubbiamente l’ambito economico per cui la Riviera delle Palme, prima del boom turistico, è diventata celebre.
«Ultimamente – dice il consigliere comunale – la situazione riguardante il pesce azzurro è allarmante, poiché riscontriamo una carenza di quantità e qualità mai vista prima. Un tempo le lampare pescavano pesce di elevata pezzatura, e questo era fortemente richiesto. Negli anni ’90, dopo la stagione gloriosa dell’85, avevamo 23 lampare. Oggi invece, con le rottamazioni siamo arrivati alla fine della pesca con la lampara. Un’attività storica come questa, con le imbarcazioni che partivano di sera e rientravano al mattino, con i battelli che venivano calati in mare formando un triangolo in cui ciascuna unità distava circa 150 metri l’una dall’altra. Quindi veniva calata la rete e veniva effettuata una pesca a circuizione, con le alici perennemente attratte dalle luci».
Continua il leghista: «Nel Mar Adriatico attualmente ci sono 7 o 8 barche. Da sei anni assistiamo a fermi biologici, sia per la lampara per la volante, che andrebbero regolati diversamente. Anche quest’altro tipo di attività merita di essere ricordato: per la pesca su volante, incentrata sul pesce azzurro, si esce la mattina per rientrare nel pomeriggio. Adesso, a San Benedetto ne abbiamo una coppia».
Studi scientifici evidenziano che il mare debba tornare a vivere secondo bioritmi che consentono il riprodursi e il proliferare di specie ittiche – ma anche vegetali – che con il passare del tempo hanno iniziato a scomparire. Eppure, per Marinangeli c’è dell’altro: «Se i fermi non portano a nessun risultato – continua – mi chiedo se non siano da rivedere. Magari andrebbe esaminata l’esistenza di altre cause per la penuria di prodotto, come la presenza di predatori, fra cui il tonno e il pesce spada. Che dire? Ora siamo a inizio stagione, speriamo di vedere miglioramenti. Ma serve una vera riforma nel settore».
Conclude il salviniano: «Il valore di un’imbarcazione si aggira tra 700.000 e 1 milione di euro. Poi vanno contate le ciurme: con la lampara vanno in mare tra le 13 e le 15 persone, mentre nella volante almeno 6 o 7. Se la pesca non è redditizia, però, l’equipaggio si perde e infatti i marinai non si trovano più, perché cercano altri lavori. E ovviamente ne risente tutto l’indotto della filiera, dal commerciante all’ingrosso fino al venditore al dettaglio».
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