Tentata fuga di un detenuto, De Blasi (Osapp): «I reclusi dell’Atsm vivono in totale solitudine e senza sfoghi esterni»

ASCOLI - Il sindacalista commenta quanto accaduto ieri (14 maggio) all'ospedale di San Benedetto, denunciando: «Nella sezione Articolazione tutela salute mentale non ci sono i presidi  per gestire chi è affetto da questi gravi disturbi. Va chiusa».  Nella stessa giornata gli agenti di Polizia Penitenziaria hanno bloccato l'introduzione di droga e cellulari all'interno della casa circondariale
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La situazione nel carcere ascolano del Marino si fa sempre più difficile. Ieri, 14 maggio, un detenuto ricoverato nel reparto psichiatrico dell’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto ha aggredito gli agenti che lo stavano piantonando per tentare la fuga (leggi qui).

Ma non solo.

E’ stato sventato il tentativo di introdurre all’interno della struttura droga e telefonini da parte  degli agenti di Polizia Penitenziaria.

 

IL FATTO – Durante un colloquio familiare, tra un detenuto magrebino e la sua compagna, anche lei magrebina, l’agente addetta ai controlli visivi si è accorta che tra il detenuto e la compagna vi erano stati dei movimenti sospetti.

E’ stato subito contattato il comandante facente funzione ed il colloquio è stato interrotto. Nella successiva perquisizione al recluso sono stati trovati 2 micro cellulari, e 6,5 grammi di cocaina nascosti nelle parti intime del magrebino. Detenuto e compagna sono stati denunciati all’autorità competente.

 

In merito all’aggressione all’ospedale ed al tentativo di fuga, l’ organizzazione sindacale Osapp, attraverso il suo referente territoriale Salvatore De Blasi, continua a chiedersi «perché i sia il Prap che il Dap non prendano provvedimenti concreti e continuano a mandare i detenuti psichiatrici, in una struttura, come quella ascolana, dove non ci sono i presidi medici e custodiali, per gestire i reclusi affetti da questi gravi disturbi. La stessa sigla sindacale, insiste nel fatto che la sezione denominata Atsm (articolazione tutela salute mentale), dove si trovano questi detenuti, non è a norma e di conseguenza andrebbe chiusa.

Questi comportamenti – rileva De Blasi – e processi aggressivi verso il personale da parte di soggetti psichiatrici sono accelerati dalla loro condizione detentiva all’interno della sezione Atsm perché vivono la giornata, in solitudine all’interno della loro camera, non avendo di fatto altri interessi che potrebbero, in un soggetto psichiatrico, essere valvola di sfogo ed evitare gli eccessi di aggressività».

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