Una misura “superficiale”, “provocatoria” e “priva di logica”: è durissimo il giudizio di Massimiliano D’Eramo, segretario provinciale del Sap (sindacato autonomo di Polizia) sull’ordinanza comunale firmata dal sindaco di San Benedetto Antonio Spazzafumo che anticipa di soli 15 minuti la chiusura di bar e discoteche rispetto allo scorso anno.
Bevande alcoliche
GLI ORARI – La nuova regolamentazione entrerà in vigore nei prossimi giorni e prevede la chiusura dei locali notturni alle 4,45 e quella dei bar alle 2,45. Una decisione che, secondo il Sap, non affronta in alcun modo il problema degli episodi di violenza legati alla movida e alla somministrazione di alcolici nelle ore notturne.
«Non ci aspettavamo che le nostre proposte venissero accolte in pieno – ha dichiarato D’Eramo – ma neppure di essere presi in giro. Chi pensa che 15 minuti possano cambiare qualcosa non ha la minima percezione della realtà. Questo provvedimento è una beffa, un contentino simbolico che offende l’intelligenza delle forze dell’ordine e della cittadinanza».
LE RICHIESTE – Il Sap, infatti, aveva chiesto di limitare la somministrazione di bevande alcoliche fino alle ore 2 nei fine settimana e all’una nei giorni feriali, sulla base dei dati degli ultimi anni, che evidenziano come le risse e gli episodi critici avvengano soprattutto tra le 3 e le 6 del mattino, ore nelle quali le persone escono dai locali.
Polizia a San Benedetto
«Non vogliamo criminalizzare i giovani, la maggior parte di loro è composta da ragazzi responsabili – precisa il segretario del sindacato – Ma la realtà è che intervenire su persone ubriache o alterate è estremamente pericoloso anche per noi. Siamo sempre sotto osservazione, se commettiamo anche un minimo errore finiamo indagati. Serve equilibrio, non restrizioni drastiche ma regole chiare e applicabili».
La delusione delle forze dell’ordine è palpabile, soprattutto tra chi è in prima linea ogni notte per garantire la sicurezza dei cittadini. Il timore, ora, è che la mancanza di misure realmente efficaci possa sfociare in nuovi episodi critici. E, avverte D’Eramo, se dovesse accadere «non ci si aspetti da noi il silenzio. Perché in quel momento saremo costretti a dire: “Noi ve lo avevamo detto”».
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