di Elena Minucci
Continuano le presentazioni delle castellane, protagoniste nel corteo storico della Quintana che con la loro bellezza e l’eleganza dei loro abiti rappresenteranno i castelli nell’edizione dedicata a Sant’Emidio Patrono, il 3 agosto.
Oggi è la volta delle “prime donne” dei castelli di Roccafluvione e Force. Per il primo sfilerà Francesca Genchi. Trentuno anni, è originaria di Tivoli ma vive ormai da circa dieci anni nella provincia di Ascoli, e da quattro abita a Roccafluvione. Francesca è un carabiniere in servizio ad Ascoli, è sposata e mamma di Gabriele, di cinque anni e mezzo. Nel tempo libero si dedica alla famiglia e coltiva la passione per lo sport, in particolare il crossfit, che pratica con grande entusiasmo.
«Quella di quest’anno sarà la mia prima partecipazione alla Quintana, e quando mi è stato proposto di sfilare quasi non riuscivo a crederci – afferma -. Pur non essendo originaria di Roccafluvione, sento questo territorio come casa: partecipare a un evento così profondamente radicato nella tradizione locale è per me motivo di orgoglio e un segno concreto di appartenenza, come se fossi una cittadina onoraria. Sfilare nel ruolo di castellana rappresenta per me un gesto di gratitudine verso questa comunità e un modo per onorare la sua storia, la sua identità e il suo spirito straordinario. Dedico questa esperienza alla mia famiglia, ma soprattutto al mio papà, scomparso un anno fa a soli 56 anni. So che, se fosse qui, sarebbe stato in prima fila con lo sguardo colmo di orgoglio».
Per il castello di Force invece ecco Miriana Martoni. Ventisette anni, nel 2021 si è laureata in Giurisprudenza all’Università di Macerata, nel 2024 ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense e da dicembre dello stesso anno, lavora al Comune di Ascoli. Sebbene siano diversi anni che la vita l’abbia portata a frequentare quotidianamente la città, solo da qualche mese vive ad Ascoli. Ma il suo legame con Force è ancora molto forte.
«Sarà la prima volta alla Quintana di Ascoli – racconta – e la proposta di farlo mi ha colta di sorpresa. Sarà divertente rappresentare il mio paese d’origine nel posto che ormai mi ha “adottata”. Non ritengo sia un’esperienza da dedicare ma se proprio devo scegliere direi al mio territorio tanto fiero di esser tornato a far parte di questa rievocazione storica».
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