La partita dal divano: nella balera romagnola l’Ascoli è maestro del liscio

SERIE C - Il 2-0 di Rimini conferma la filosofia bianconera: far convivere le idee con i risultati. Tomei sperimenta una squadra senza attaccanti
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di Lino Manni

 

Pomeriggio rilassante sul divano ma la vittoria finale con il Rimini non era certo scontata. È vero: se non si vince “storciamo” il naso: siamo abituati troppo bene. Ma ogni partita ha una storia a sè e contro i l’Ascoli tutti giocano la…partita della vita. Ci ha provato anche la compagine romagnola ma i bianconeri, in campo con la maglia azzurra, hanno subito fatto capire chi comanda in campo.

Francesco Tomei (foto Ascoli Calcio)

 

Manovre avvolgenti, possesso palla costante e ricerca delle triangolazioni e delle conclusioni. Esagerando anche qualche volta. Non si butta mai via il pallone e si cerca di arrivare in porta con il pallone. Qualche brivido, per chi assiste, specie nei disimpegni difensivi dove tuttavia la calma dei giocatori bianconeri è glaciale. L’Ascoli di Tomei è così: far convivere le idee con i risultati.

 

Il gol arriva con una triangolazione infinita, ma precisa, tra Silipo e Damiani. Poi, visto che siamo in una città di mare, Gori si tuffa sul pallone come se fosse in spiaggia e mette il pallone in fondo al sacco. Il portiere del Rimini che non è Vitale ma Vitali ci ha dato un saggio del “liscio” che da quelle parti va molto in voga.

 

Con il risultato in cassaforte penso già alla prossima sfida con l’Arezzo. Nel secondo tempo l’importante è non farsi male. Anche nella ripresa nella “balera” del “Menti” l’orchestra che suona, non è quella di Casadei ma quella di Tomei. Il Rimini cerca l’episodio nella speranza di riaprire la partita. Silipo prova ad entrare in porta con tutto il pallone. Pagliai si mangia il 3-0 come se fosse una piadina romagnola. Si rivede l’ex Falasco, scappato tempo fa da Ascoli, che prova un tuffo in area come se fosse in piscina.

 

Tomei ne cambia tre contemporaneamente ma è ruolo per ruolo e praticamente non cambia nulla. Mentre la partita volge al termine il mister prova un altro esperimento: fuori Gori e squadra senza punta centrale. Una mossa alla Pep Guardiola che ai tempi del Barcellona non giocava con l’attaccante centrale ma con giocatori di movimento come Xavi, Iniesta, Busquets e Messi. Prima del fischio finale i soliti idioti dei 504 spettatori paganti se la prendono con Guiebre e la partita si allunga di 8 minuti; 8 come il voto per l’Ascoli attuale.


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