Samb, la pausa forzata porta calma in un ambiente sempre da fuochi d’artificio

SERIE C - Momento di riflessione in attesa della prossima partita, il 14 dicembre, a Pontedera. Il ritorno dei risultati sarà l'olio migliore per rimettere in movimento la squadra in vista del calciomercato e dei miglioramenti societari previsti nel medio periodo
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di Pier Paolo Flammini

 

Vittorio Massi, Filippo D’Alesio, Stefano De Angelis

Una settimana di passione, anche se si è nell’Avvento pre-natalizio anziché a ridosso della Pasqua: per la Samb, la scorsa settimana, sono stati giorni caldissimi, culminate nell’annuncio a sorpresa (nei tempi) dell’esonero di mister Ottavio Palladini. Sono seguite tantissime dichiarazioni, perché l’amore di San Benedetto per Palladini è ricambiato e noto: Ottavio ha vinto tre campionati di Serie D da allenatore, uno di Eccellenza, e uno di C2, con la Coppa Italia di Serie C, da giovane calciatore. Ha quasi il record di panchine in campionato (214) sopravanzato di appena una partita da Marino Bergamasco (215) e di sei da Alberto Eliani (220).

 

Tutto questo giustifica l’emozione seguente al divorzio tra le parti – che però sono rimaste in cordiali rapporti, sembra, e Palladini potrebbe assumere una carica dirigenziale la prossima stagione. Secondo noi la società ha subito attacchi eccessivi nei toni, posto che le critiche sono l’altra faccia degli elogi, e vanno accettate. Si fa presto a distruggere e invece servono tempo, intelligenze e sacrifici per costruire: la Serie C riconquistata va mantenuta e onorata, invece il tritacarne del tutti contro tutti, sempre in voga da queste parti, lascia spesso solo macerie, per la gioia effimera del momento.

 

La chiamata di un allenatore giovanissimo come Filippo D’Alesio è, da parte del direttore sportivo Stefano De Angelis e del presidente Vittorio Massi, una assunzione di responsabilità: scommettono sul valore della squadra, non si accontentano di una salvezza stentata, non guardano tanto i 17 punti in 15 partite ma i 3 nelle ultime 8. Volere non sempre è potere, e si vedrà anche da questa scelta coraggiosa (per qualcuno azzardata) e da come saranno gestiti i rinforzi a gennaio la vera identità della società che comunque ha garantito il perdurare del nome Sambenedettese nel calcio italiano e ha riportato i rossoblù in C al secondo tentativo (basti vedere la situazione complicata di squadre come L’Aquila, Ancona, Chieti e Teramo in D per capire quanto è difficile quel passaggio).

 

Poi, in un futuro non imminente ma di medio periodo, crediamo che oltre ai quattro giocatori auspicati (due in attacco, un esterno sinistro, una mezzala) ci saranno anche assestamenti societari o organizzativi. Ma serve l’olio delle vittorie o almeno di un cammino onorevole per consentire le scelte migliori.



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