Ambulanze bloccate e monitor spenti al pronto soccorso, l’Ast precisa: «Non c’è stato alcun sovraffollamento»

ASCOLI - Per Maraldo e Renzi «la realtà è un’altra». Ma dalle dichiarazioni emergono comunque mezzi fermi, barelle rotte e attese senza informazioni al "Mazzoni": «Abbiamo sicuramente aree da migliorare e momenti di difficoltà, lo sappiamo, ma mi piacerebbe che una volta ogni tanto prevalesse la verità e l’oggettività dei numeri»
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«L’articolo, oltre che enfatizzare fatti e circostanze che non appaiono conformi alla realtà, si riferisce espressamente a un software quale “cure primarie”, precedentemente collegato al monitor della sala d’attesa del Pronto soccorso che fornisce informazioni su tempi d’attesa e codici, che è stato sostituito dal nuovo sistema Dedalus, finanziato con il Pnrr e applicato in tutta la regione allo scopo di collegare in rete tutti i punti di erogazione del sistema e renderlo maggiormente efficiente».

 

Sono le parole del direttore generale dell’Ast di Ascoli, Antonello Maraldo, in risposta all’articolo in cui ieri, 6 dicembre, si riportava la notizia di ambulanze rimaste nuovamente bloccate al Pronto Soccorso dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli perché non c’erano barelle disponibili, di barelle rotte e del blackout di monitor e portale riferito ai tempi di attesa (leggi qui l’articolo).

 

Il dg dell’Ast picena, nel sottolineare che «i fatti descritti sono distanti dalla realtà», però, in parte non smentisce quanto riportato.

Tempo di attesa al pronto soccorso dell’ospedale di San Benedetto (screenshot delle ore 18,15), l’unico visibile dal portale “Cure Primarie”

 

Intanto, nelle motivazioni, c’è la conferma del disservizio di monitor e portale. Disservizio che non riguardava però il “Madonna del Soccorso” di San Benedetto, presente su “Cure Primarie” con dati aggiornati ogni 9 minuti. Il silenzio e l’oblio, invece, per gli utenti in attesa al Pronto Soccorso del “Mazzoni”.

 

Poi ancora Maraldo: «Al fine di fornire una corretta informazione ai cittadini, la realtà è quella descritta dal direttore dell’unità operativa complessa di Pronto soccorso e medicina d’urgenza dell’ospedale “Mazzoni”, Gianfilippo Renzi». 

 

«Dalla mezzanotte alle 19 di ieri 6 dicembre (includendo dunque anche il “pomeriggio di caos” come definito nell’articolo) – spiega Renzi – in totale sono stati 85 gli accessi registrati al Pronto Soccorso, di cui 5 codici rossi, 20 arancioni, 25 azzurri, per il resto verdi e qualche bianco. Sono stati effettuati 12 ricoveri e alle 19 c’erano 12 pazienti da visitare e 8 in corso di visita, per un totale di 20. L’indice nedox è sempre stato inferiore a 100, quindi non c’è stato alcun sovraffollamento».

Antonello Maraldo

 

In merito alle ambulanze rimaste ferme, il direttore Renzi conferma che si è trattato di due, «ma non per ore come scritto nell’articolo, perché una lo è stata tra le 13.30 e le 15 e una solo per 20 minuti». 

 

Su questo è doveroso precisare, da fonte attendibile, che alla nostra redazione è stato riferito che uno dei mezzi è rimasto fermo per un tempo ben più lungo. Tuttavia, che si sia trattato di un’ora e mezza o tre, cambia poco per chi aspetta su una lettiga di ambulanza e per gli operatori che non possono ripartire per altri codici: parliamo di ambulanze e non di taxi.

 

«Non c’è stata assolutamente alcuna carenza di barelle – sostiene Renzi – né di carrozzine, e non è stato necessario ricorrere a barelle aggiuntive per liberare le ambulanze. Le barelle rotte di cui parla l’articolo non sono utilizzate per i pazienti (ci mancherebbe, ndr) e sono parcheggiate lungo un corridoio, normalmente si trovano nell’ex Murg, ora sede di lavori, in attesa di essere riparate e rimesse in uso. Comunque queste barelle sono sostituite da altre, quindi il numero di quelle disponibili è sempre lo stesso». 

Ambulanze al “Mazzoni”

 

Il direttore generale Maraldo, infine, rimarca come appaia «curioso che nell’articolo si parli del software, aspetto noto solo ad alcuni operatori economici e ad alcuni professionisti»: nell’articolo non si fa riferimento a nessun software, ma solo a un monitor e ad un portale a disposizione di tutti gli utenti.

 

«Il resto di quanto descritto nell’articolo – conclude il direttore dell’Ast – è smentito dai fatti riferiti dal direttore del Pronto soccorso Renzi. Fatti (ambulanze ferme e barelle rotte infatti, ndr) che appaiono eloquenti. Abbiamo sicuramente aree da migliorare e momenti di difficoltà, lo sappiamo, ma mi piacerebbe che una volta ogni tanto prevalesse la verità e l’oggettività dei numeri».

 

È questo l’auspicio di tutti gli utenti.

 

Le stesse dichiarazioni di Maraldo e Renzi sono state pubblicate sulla pagina Facebook dell’Azienda Sanitaria senza però il link del nostro articolo, evitando quindi che chi legga possa farsi un’idea. La stessa pagina dove, unico esempio nelle Marche, all’utenza è impedito di commentare datosi il blocco vigente sotto ai vari post (leggi qui). Vale la pena di ricordare che di servizio pubblico pur sempre trattasi.

 

Cogliamo l’occasione inoltre per affermare che gli operatori sanitari di 118 e Pronto Soccorso  si prodigano con competenza e dedizione per salvare vite, senza sosta – notte e giorno, festivi e feriali – senza tirarsi indietro anche di fronte a situazioni difficili, di cui – facendo cronaca – abbiamo ogni giorno testimonianza diretta. 

 

Chi ha paura dei social: l’Ast Ascoli blocca la funzione commenti sulla sua pagina Facebook

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