Roberto Cataldi e Rachele SIlvestri
L’Azienda Ospedaliera Marche Sud è entrata nel vocabolario del Governatore della Regione Marche ieri, 18 ottobre, durante l’incontro avvenuto all’ospedale “Mazzoni” per presentare i dati più che confortanti dell’attuazione del piano di tutela per azzerare le liste di attesa (Link articolo di ieri). «Gli accessi annui al Pronto Soccorso, negli ospedali di Ascoli e San Benedetto, insieme, sono 70 mila l’anno. Con l’ospedale unico che ci vuole ad arrivare agli 80 mila necessari per avere qui l’Azienda Ospedaliera?». Queste le parole di Luca Ceriscioli, che è anche assessore regionale alla sanità. Incalzano sull’argomento i deputati piceni del Movimento 5 Stelle Rachele Silvestri e Roberto Cataldi i quali in una nota chiedono «con forza all’ assessore Ceriscioli di istituire formalmente, attraverso una delibera di giunta regionale, l’Azienda Ospedaliera Marche Sud, così da poter ottenere risorse adeguate per nuovi investimenti tecnologici, aumento del personale e poter fare così una programmazione sanitaria adeguata ad un territorio di confine che già oggi, accoglie la domanda di salute del vicino Abruzzo e del sud Italia».
E motivano la loro richiesta: «Si tratta di investire politicamente sulla linea di confine tra Marche e Abruzzo e di valorizzare dei due nosocomi di riferimento, costruendo un nuovo ospedale a San Benedetto, visto lo stato di degrado e il mal posizionamento dell’ attuale. Le due realtà saranno autrici delle proprie scelte di politica sanitaria e autonome rispetto al come impiegare le risorse trasferite dalla Regione. Su questo chiediamo al presidente Ceriscioli un impegno chiaro, senza se e senza ma, che dia il senso di una Regione che nella provincia di Ascoli realizzi quello che da tempo ha realizzato a Pesaro e ad Ancona. Il numero di abitanti delle Marche 1.500.000, è perfettamente compatibile con tre aziende ospedaliere. Se è questo il modello delle Marche per la Sanità, si faccia in fretta la terza Azienda Ospedaliera non lasciando indietro una terra di confine che da sempre crea mobilità attiva in sanità e che, con un Azienda Ospedaliera, ne produrrebbe il doppio rivitalizzando una zona mortificata da un impoverimento che sta diventando cronico e una domanda di salute che si fa sempre più grande».
Cataldi e Silvestri ricordano inoltre che il «vecchio piano sanitario è scaduto da cinque anni ed ancora il consiglio regionale non ha approvato il nuovo», generando una situazione di “caos” nella sanità marchigiana con la provincia di Ascoli che paga le peggiori conseguenze. «In un territorio lacerata da mille difficoltà e martoriato dal terremoto – scrivono ancora i deputati -una politica accorta avrebbe investito risorse e non fatto di tutto per ridimensionarle. La sanità marchigiana manca di una programmazione equa ed equilibrata da nord a sud. Le sforbiciate di reparti, di personale e i mancati investimenti per l’innovazione tecnologica, mettono sempre più in ginocchio gli ospedali di Ascoli e San Benedetto. Ormai il ritmo con il quale si razionalizzano le risorse per la sanità del sud della Regione, non fa presagire nulla di buono. La verità che si cela dietro la proposta dell’ospedale unico di vallata, è l’impoverimento di Ascoli e di San Benedetto. Infatti, la giunta regionale pensa di dimezzare l’ offerta di salute ai cittadini delle due città pagando una sola volta per un unico ospedale che avrà le stesse problematiche di trasferimenti e di risorse che oggi hanno i due ospedali, con la conseguenza logica che le risorse assegnate alla provincia ascolana saranno oltremodo dimezzate».
m.n.g.
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