La vicenda della cena di Acquasanta (leggi l’articolo) infiamma sempre di più il mondo politico ascolano. Anche il vice presidente del Consiglio regionale, l’ascolano Piero Celani, interviene duramente scagliandosi duramente contro chi era presente alla serata, in particolare i soggetti istituzionale. «Mentre partecipavo – esordisce Celani – alla cerimonia religiosa-militare, tenutasi nel cimitero della nostra città e di commemorazione dei Caduti ascolani e non solo,in silenzioso raccoglimento, ho potuto riflettere ancora una volta, sul valore della libertà e della democrazia, e più forte di ogni altra cosa, mi e’ venuto in mente il ricordo di tutti coloro che combatterono, e diedero la vita per detti valori, ed in particolare per gli eroi della Resistenza.
Piero Celani (Foto Vagnoni)
E in quel frangente, ho avuto modo ancora di riflettere, su quanto riportato dai media in questi giorni, circa la cena celebrativa del 28 ottobre 1922 che si è tenuta ad Acquasanta, tra l’altro in prossimità dei luoghi, dove l’11 marzo del 1944, i nazifascisti, trucidarono 42 persone, tra cui 12 abitanti acquasantani. Ma le cariche istituzionali che vi hanno partecipato, dove vivono, conoscono la storia, sanno che dietro i gonfaloni del Comune e della Provincia di Ascoli, ci sono persone e sofferenze che oggi sentiamo ancora fortemente presenti attraverso i sopravvissuti, i figli, i nipoti, i nostri paesi e le nostre città? Cosa c’era da celebrare, in quella cena, se non la vergogna di quanto accaduto in quegli anni?».
Celani ci va giù pesante. «Non bastano – afferma – certamente le puerili giustificazioni che ho ascoltato in questi giorni, né tanto meno alcuni “blandi” mea culpa, o addirittura che si sia trattato di una goliardata. Assurdo ricordare, e celebrare pubblicamente, e contro-legem, eventi che hanno prodotto lutti e distruzione nella nostra comunità cittadina e nazionale. Mi chiedo: come intendono “rimediare”, se mai si può, i protagonisti di questa triste vicenda?».
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