Unicam, presentatati i progetti vincitori
del “James Dyson Award”

ASCOLI - Svelati al pubblico, da parte dei loro stessi ideatori, i lavori che hanno vinto la fase nazionale all'edizione 2019 del concorso internazionale di design. A seguire è stata inaugurata presso la sala Cola dell'Amatrice la mostra con tutti i 13 progetti Unicam partecipanti
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di Giorgio Tabani

UNICAM SAAD X JDA 2019. Progetti e prototipi di prodotti innovativi”. Questo il titolo della mostra che presenta i 13 progetti innovativi che hanno partecipato all’edizione 2019 del concorso internazionale “James Dyson Award” e che sono stati sviluppati dagli studenti dei Laboratori di Disegno Industriale 3A e 3B del corso di laurea in Disegno Industriale e Ambientale. L’iniziativa è stata organizzata dalla Scuola di Architettura e Design dell’Università di Camerino, in collaborazione con il Comune di Ascoli e il Consorzio Universitario Piceno.

A ideare il concorso la James Dyson Foundation, un’organizzazione no profit fondata nel 2002 con lo scopo di sostenere l’insegnamento del design, della tecnologia, dell’ingegneria, e supportare ricerche mediche e progetti destinati alle comunità locali. L’azienda Dyson nasce dall’invenzione del suo fondatore, l’ingegnere James Dyson, dell’aspirapolvere senza sacchetto. Eugenio Zucchini, communication manager di Dyson Italia, ha sottolineato come non fosse mai successo che un unico ateneo monopolizzasse il podio del concorso. Un concetto ribadito da Giuseppe Losco, direttore della Scuola: «E’ stato un bel colpo, non ci credevo quando me l’hanno detto. Siamo riusciti ad avere la meglio su dipartimenti ben più grandi e blasonati». Achille Buonfigli del Cup ha annunciato la riapertura della rivista “Piceno Semestrale”, per raccogliere tutto quello che può dare un contributo di crescita e innovazione alla nostra provincia, con l’ambizione di essere riconosciuta come rivista scientifica. In progetto anche il Piceno Innovation Lab per favorire l’incontro fra università, imprese e settore pubblico alla ricerca di soluzioni originali e innovative.

Un’immagine con una didascalia di Stay Lock 1

Stay Lock

A presentare la mostra una conferenza in cui, accanto a tutte le autorità intervenute, sono stati protagonisti gli studenti, che hanno presentato con l’ausilio di video e immagini i progetti vincitori della fase nazionale del concorso. “Stay-Lock” è il progetto vincitore mentre “Kea” e “HeroMed” sono i due progetti finalisti, a “Nemo” la menzione speciale.

Stay Lock è un supporto ausiliario i ciclo-fattorini (detti anche riders). Stretto alla vita, sorregge il carico del contenitore porta viveri e riduce al minimo ogni tipo di sbilanciamento con una struttura che lo fissa ad esso con superfici in velcro. La struttura accompagna il rider in ogni sua inclinazione e atteggiamento di guida, senza andare ad influire sui movimenti; l’imbottitura adiacente alla zona lombare ammortizza i colpi dettati dalla strada dissestata e da eventuali gradini, non andando a urtare la colonna vertebrale. A idearlo il gruppo formato da Laura Everard Weldon, Daniele Bonfini, Lorenzo Bellini e Riccardo Spinozzi.

KEA, sistema di immobilizzazione temporaneo.

Kea

Kea è un sistema di immobilizzazione temporanea di articolazioni pensato per escursionisti, scalatori e atleti in genere. Attraverso il gonfiaggio e lo sgonfiaggio di camere d’aria, si adatta e immobilizza l’articolazione coinvolta nell’incidente, consentendo di arrivare al punto di soccorso in modo sicuro. Sgonfio risulta poco ingombrante e pratico, mentre da gonfio si adatta perfettamente all’utente. Il gruppo che l’ha ideato è formato da Gaia Caporaletti, Lucrezia Miandro, Marco Monaldi e Mattia Tisi.

Un’immagine con una didascalia di Customizable

Heromed

Heromed si compone di due parti: la casacca e l’armatura. La prima è il supporto al dispositivo medico indossabile per l’alimentazione artificiale dei bambini in ricovero ospedaliero e presenta un’apertura frontale in cui sono contenuti gli strumenti necessari alla terapia. È realizzata in cotone, un materiale resistente ai cicli di sterilizzazione ospedaliera e riutilizzabile da più pazienti. L’armatura in polpa di cellulosa funziona da protezione per il meccanismo di infusione e può essere personalizzata dal piccolo paziente con disegni colorati, scritte, adesivi. Un progetto di Marta Leita, Giulia Paradisi e Martina Rosselli.

Un’immagine con una didascalia di Un’immagine senza didascalia

Nemo

Nemo è una protesi disegnata per compensare l’arto mancante in acqua. In questo modo è possibile nuotare agevolmente e correttamente. Grazie a uno studio incentrato sulla fluidodinamica delle forme e sulle misure antropometriche, compensa l’arto mancante in acqua, equiparando l’ingombro e l’idrodinamicità dell’arto funzionante. La menzione speciale è andata al progetto di Marco Marini, Dario Mecozzi, Simone Speca, Zixin Zheng.

 

L’Unicam inaugura la mostra su prodotti e progetti innovativi

Progetti e prototipi innovativi, mostra Unicam alla sala Cola dell’Amatrice


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