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Ascoli, una squadra in balìa:
Bertotto verso l’ultima spiaggia

SERIE B - Quattro sconfitte, di cui due al “Del Duca”, in sei partite sono tante e fanno preoccupare. Con un gruppo di trenta giocatori, le assenze non possono essere una giustificazione. Sabato a Pisa gara decisiva
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Bertotto durante Ascoli-Pordenone

di Andrea Ferretti

E’ raro che un portiere non si sporchi i guanti. A meno che non sia quello del Barcellona opposto a una squadra che la sua vittoria l’ha già ottenuta nel mettere piede al “Camp Nou”.

Con le dovutissime proporzioni, è accaduta la stessa cosa ad Ascoli. Dove non si è giocato al “Camp Nou” ma al “Del Duca”. Dove in campo non c’era il Barcellona. Dove il portiere era quello di un Pordenone ordinato e, visto come è andata, anche assai sprecone. Dove in campo c’era un Ascoli che deve ringraziare il portiere Sarr se non è finita con un roboante 0-5 di juventina memoria.

Sarr migliore in campo

Partita noiosa, ma diciamo pure brutta, nel primo tempo. Una specie di trappola, visto come è andata a finire. Che interesse aveva infatti la squadra d Tesser a scoprirsi e rischiare?

L’Ascoli nella trappola c’è cascato con tutti i piedi e ha subìto un gol, rivelatosi decisivo, solo perché Scavone – un onesto centrocampista e non certo centometrista – è arrivato per primo (partendo per ultimo) su un pallone che Sarr era convinto di agguantare, bruciando sullo sprint lo stesso portiere, Spendlhofer in disperata diagonale e mettiamoci pure i due centrali Brosco e Avlonitis che su un’azione del genere non possono non trovarsi a pochi centimetri dal proprio portiere. Fortuna, però, questi due difensori, altrimenti l’Ascoli dopo sei giornate non avrebbe nemmeno gli attuali 4 punti.

La classifica non conta perché è ancora presto per cominciare a guardarla. Invece conta, eccome, visto che la distanza dalle prime comincia ad essere notevole. Tranquilli, in B bastano due vittorie di fila per trovarsi lassù. Il ritornello è sempre quello. Primo: trattasi di una leggenda che viene tirata fuori da chi di solito annaspa. Secondo: questo Ascoli, al momento, sperando di essere smentiti, è gran difficile che possa vincere due gare consecutive.

Saric, assenza pesante

Veniamo alle assenze. Ne mancavano otto, di cui cinque a casa col covid. Giustificazione inutile vista la rosa a disposizione di Bertotto, che può tirar fuori due buone formazioni di B.

E’ comunque mancato Saric a centrocampo che, in comune col Donis visto finora, ha solo il cognome straniero. Avremmo potuto dire che è mancato pure Leali, ma il Sarr visto all’opera era la bella copia del portiere bocciato nella gara di Coppa Italia col Perugia, anche quella persa in casa, che al Picchio è costata l’uscita dalla competizione.

Detto di Sarr, hanno fortunatamente retto i due centrali Brosco (forse il miglior difensore della B) e Avlonitis. Ha cercato di fare la sua parte Spendlhofer dai cui piedi nel primo tempo sono partite quasi tutte le iniziative bianconere (un caso o era voluto? preoccupiamoci se non era voluto). Kragl sembra ingabbiato da terzino sinistro, anche se quando è stato avanzato è cambiato poco. Da Cavion non si può pretendere che… canti e porti la croce, Donis impalpabile, Sabiri e Cangiano più fumo che arrosto, Gerbo un’anima in pena sull’out destro. Poi Bajic, che deve sempre vedersela da solo contro tre, quattro difensori, ma lui non è Ibra.

Esce Donis ed entra Buchel: non cambia nulla

I subentrati dalla panchina? Chiricò, Buchel, Sarzi Puttini e Matos non pervenuti.

Nella vicina San Benedetto, Montero è stato esonerato per molto meno. In B, a Brescia, Delneri (complice l’Ascoli) è passato ai saluti a tempo record. In molti non hanno mai smesso di rimpiangere Dionigi, esonerato nel peggiore dei modi dopo la salvezza. Per non dire di Zanetti che è bravo e lo sta dimostrando al Venezia allo stesso modo in cui l’aveva fatto ad Ascoli quando si era poi ritrovato nell’inconsueto ruolo di domatore (vedi le sfuriate di Ninkovic e Da Cruz) anziché di allenatore.

Sabato a Pisa ultima chance per Bertotto? Probabile. Pulcinelli farebbe bene ad allertare Pillon, ma non come l’ultima volta quando era ormai tutto fatto e poi arrivò Stellone che non lasciò né il segno né i punti sperati.

Ma una giustificazione a Bertotto – che non lo dirà manco sotto tortura – va concessa: perché il dg Ducci e il ds Bifulco non gli hanno comprato un centravanti? Non un Cacia, per carità, e nemmeno uno Scamacca, ma giusto uno in grado di assicurare una decina di gol e che magari aveva praticato il campionato di B.

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