di Stefania Mistichelli
Riapertura al 50% per classi intere, che frequenteranno per una settimana per poi rimanere a casa, in dad, la settimana successiva. Questa la scelta del dirigente dell’Iti “Fermi Sacconi Ceci” Ado Evangelisti in vista del rientro in classe di lunedì 25 gennaio.
Ado Evangelisti
«Come già predisposto durante le vacanze di Natale in vista della riapertura del 7 gennaio – spiega – le classi si alterneranno, in modo che i ragazzi rientrino a scuola frequentando ad orario completo, compresi i laboratori, per una settimana intera, per poi rimanere in dad la settimana successiva. Per quanto riguarda i laboratori, all’Ipsia sono in presenza da novembre e all’Iti da gennaio. Per quanto riguarda i tamponi, ho inviato una circolare la settimana scorsa per invitare i ragazzi ad approfittare delle campagne di screenig in corso sul territorio. Credo infatti che, in attesa dei vaccini, un modo per ridurre di molto i contagi sono proprio i tamponi. Non ho avuto proposte da enti per poterli fare a scuola; se arrivassero, organizzati al meglio da enti sanitari, sarei ben contento di aderire».
La scelta di non dividere le classi è anche quella di Arturo Verna, dirigente del liceo classico “Stabili – Trebbiani”.
Arturo Verna
«Apriamo al 50% della presenza, come dettato dall’ordinanza – spiega – alternando le classi intere: chi è in presenza frequenta normalmente per una settimana, mentre le altre classi sono in dad, poi ci si alterna. La linea Internet è stata potenziata e quindi anche la dad si gestirà dalla scuola. Credo, infatti, che una modalità diversa sia penalizzante dal punto di vista didattico, perché le modalità d’insegnamento cambiano se in presenza o a distanza. Per non parlare delle verifiche: bisogna dare parità di trattamento e lo si può fare solo assicurando la presenza per classi intere».
«Da quello che ho capito leggendo l’ordinanza, la raccomandazione era quella di guardare al numero degli studenti e non solo delle classi per tendere il più possibile al 50%, per non pesare sui trasporti, visto che ci sono province come quelle di Ancona e di Pesaro (non Ascoli) dove esiste questo problema -conclude- . Credo che ogni dirigente abbia deciso le modalità di rientro pensando alle specificità dei propri istituti. Per quanto riguarda i tamponi, credo che l’utilizzo dei tamponi rapidi sia un ottimo sistema per limitare i contagi e so che alcuni movimenti di genitori stanno chiedendo che si possano organizzare degli screening all’interno delle scuole. Se così fosse sarebbe un ottima iniziativa da percorrere, ovviamente a carico dell’Asur».
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