Non è del tutto scongiurata la pluriclasse ad Arquata: a lanciare l’allarme, il comitato “Arquata Futura”, presieduta dal medico arquatano Italo Paolino, in prima linea sulla questione che sembrava risolta con la decisione del Governo di aggiungere risorse, sufficienti per ampliare l’organico ed ottenere lo sdoppiamento della classe.
Nel decreto attuativo del direttore dell’Ufficio Scolastico provinciale Marco Ugo Filisetti, arrivato il 17 settembre, «ci vengono assegnate 27 ore. Ma l’attivazione viene subordinata all’approvazione, da parte della Corte dei Conti e della Ragioneria provinciale dello Stato, che a tutt’oggi non risulta ancora pervenuta», si legge nella nota dell’associazione.
«La situazione sembrava risolta – ribadisce il comitato “Arquata futura” – ma non si trattava di un provvedimento ad hoc, per cui il 7 settembre, dopo ulteriori proteste, si è tenuto un incontro in regione tra l’Anci Marche, l’assessore regionale Guido Castelli, un rappresentante del Miur e Filisetti.
Il dottor Italo Paolini
Si è così arrivati alla conclusione che il dirigente scolastico poteva chiedere 30 ore settimanali (sul portale Risorse Covid), per formare 2 gruppi classe, ognuno con i propri insegnanti per tutte le materie, anche se si trattava di un provvedimento tampone e non risolutivo, valido fino al 31 dicembre».
Poi il decreto di Filisetti e l’assegnazione, non è ancora ufficializzata, di 27 ore.
La pluriclasse era stata istituita dall’Usr che non aveva riconosciuto la deroga a cui hanno diritto i paesi terremotati. Immediata la reazione di sindaco e dirigente scolastico che «hanno inviato subito comunicazioni ufficiali – a ripercorrere l’iter è sempre “Arquata Futura” – facendo riferimento proprio a tali leggi per ottenere lo sdoppiamento. Il funzionario è stato irremovibile, nonostante le proteste del vicesindaco e delle associazioni locali».
A quel punto il preside aveva inoltrato richiesta (a maggio) di un organico aggiuntivo per avere almeno lo sdoppiamento delle classi tramite gruppi-classe nelle materie del gruppo letterario, in matematica e inglese per un totale di 18 ore settimanali, ma anche questa richiesta non è stata accolta, con la motivazione che la scuola di Arquata è nuova e non terremotata. «Un cavillo burocratico di sua interpretazione della legge – tuona il dottor Paolino – perché non si possono non considerare “sfollati” le famiglie e i ragazzi che vivono nelle Sae».
Durante l’estate forti sono state le proteste delle associazioni del territorio (“Arquata Futura” in primis) e dell’amministrazione comunale che, in sinergia, hanno fatto appello al presidente della Regione Marche, all’assessore Castelli, all’Anci Marche, inviando una lettera anche al ministro Bianchi e coinvolgendo la stampa.
«Si precisa – continua il presidente di “Arquata Futura” – che l’organico aggiuntivo concesso con i fondi terremoto, a noi negato, è invece stato concesso alle scuole di Visso, Pievetorina, Valfornace, che hanno le stesse nostre caratteristiche: scuola nuova o perfettamente agibile, numero di 14 alunni nella pluriclasse. Questa vicenda ha dell’incredibile e coinvolge proprio il comune più devastato dal sisma dal punto di vista morale e materiale. Mi vergogno di questo modo di trattare un tema fondamentale come l’istruzione per mantenere la possibilità e speranza di vita nel nostro comune».
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