Nel riquadro Michele Franchi
di Maria Nerina Galiè
Una bolletta assurda, di oltre 43.000 euro piomba come una tegola su un’azienda che aveva sede a Trisungo di Arquata fino al 2016, quando il sisma ha fatto in modo che i titolari dovessero rivedere i loro piani, fino a delocalizzare l’attività in altro comune. A distanza di 5 anni e mezzo, durante i quali la vecchia sede del “Molino Petrucci” di Arquata è rimasta inagibile ed in zona rossa, arriva il conto dell’Enel pari a 43.298,81 euro «per consumi mai effettuati in quanto c’è stato il distacco del contatore», affermano i titolari in un servizio che è andato in onda su Tg 4. Nel denunciare una situazione paradossale, che avrebbe fatto accapponare la pelle a chiunque al loro posto, però, tirano in ballo l’Amministrazione comunale di Arquata: «Il Comune non ha fatto nulla».
Questa frase, finita in pasto ai media nazionali, ha profondamente scosso il sindaco Michele Franchi, che di certo non se l’aspettava: «Sono indignato e profondamente deluso. Punto primo: il Comune non ha alcun potere di bloccare le bollette. Punto secondo: i cittadini sanno bene che noi, come Amministrazione comunale, siamo sempre stati loro vicini e ci saremo sempre. Per coloro che sono rimasti ed anche per quelli che hanno scelto di andare altrove».
In merito alla bolletta, Franchi è comunque il primo a dire: «Non è accettabile che accadano episodi simili. Appena il terremoto, quindi nel 2016, abbiamo comunicato a tutti i gestori di servizi le zone rosse, escluse dai servizi stessi che verranno ripristinati dopo la ricostruzione. C’è qualcuno che, negli immobili inagibili, ha lasciato l’utenza attiva, magari nei garage dove può tenere ancora qualcosa. Anche per queste persone sono tornate le bollette, ma non se ne sono sorpresi.
Nel caso del “Molino Petrucci” invece l’utenza è stata disattivata, lo hanno confermato i titolari anche al Tg4, eppure hanno mandato la bolletta. Sarà stato di certo stato un errore, magari per un mancato incrocio di dati.
Ma qui parliamo di zone rosse, di case e stabilimenti distrutti, di persone terremotate. E terremotate per davvero.
Prima di mandare una bolletta ad Arquata, a Montegallo o in uno dei paesi del cratere, fortemente danneggiati dal terremoto, è necessario che questi gestori ci pensino quattro volte e che controllino molto attentamente.
Non sanno come fare? Chiamino il Comune, l’ufficio tecnico è sempre disponibile, chiamino me.
Che pongano in essere ogni azione utile ad evitare simili errori».
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