Caso Picchio gas, trema il palazzo
L’assessore Tega a rischio sfiducia,
ma 5 consiglieri lo difendono

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Guido Castelli e Valentino Tega

di Renato Pierantozzi

Dopo nove anni vissuti senza sussulti, ottenendo strada facendo anche il sostegno di consiglieri eletti in altri lidi (l’ultima Monica Acciarri del Pd e prima ancora gli ex alibertiani  Pierlorenzi e Balestra), ora il caso Picchio Gas sta facendo tremare la granitica maggioranza del sindaco Guido Castelli. La vertenza infatti non si è chiusa, come si poteva immaginare, con le dimissioni dalla società dei tre amministratori (Valentino Tega, Massimiliano Di Micco e Laura Castelletti) di fatto “imposte” lunedì scorso con tanto di comunicato stampa e “capo cosparso” di cenere. Nelle ultime ore, infatti, sembra essere diventato pressante il forcing di Lega e Fdi per chiedere la testa dell’assessore Tega. Per tutto il giorno si sono rincorse le voci della presentazione di una mozione di sfiducia ad personam pronta per essere protocollata, ma alla fine ancora pare non essere stato depositato nulla. Anche il sindaco Castelli, stretto tra i due fuochi, avrebbe chiesto all’assessore di fare un passo indietro mandando avanti un paio di “ambasciatori” per convincere tutta la maggioranza a “sacrificare” Tega, da sempre molto legato al sindaco sin dai tempi di Alleanza Nazionale.

Guido Castelli

L’attuale delegato ai lavori pubblici invece non pensa per niente ad andarsene, mentre il primo cittadino non vorrebbe revocare con un “motu proprio” la delega. Anche perchè, e qui viene il bello, c’è pronto un nutrito gruppo di consiglieri (almeno 5) a fare blocco in difesa di Tega. Una mossa che ha spiazzato lo stesso sindaco che da parte sua giustificherebbe la richiesta di dimissioni con il pressing in atto della Lega e di Fdi ed anche con il “velenoso” post su Fb dell’ex sindaco Piero Celani sul tema dell’etica in poltiica. Anche altri assessori e consiglieri non hanno preso bene la vicenda Picchio Gas e non vedrebbero male il passo indietro dell’ormai ex azionista principale della società. Dall’altro fronte si ribatte che la Lega, pur uscita trionfatrice, dall’ultima tornata elettorale al momento conta soltanto un eletto all’Arengo (Andrea Maria Antonini) e fino al prossimo anno i numeri sono questi. Inoltre una cacciata o anche le dimissioni “forzose” sempre di Tega aprirebbero un vulnus pesante in vista della formazione  degli schieramenti in vista dell’elezioni amministrative del 2019 che sono dietro l’angolo. La resa dei conti è forse rinviata a venerdì mattina. La notte porterà consiglio?

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