Vandali a Sant’Angelo Magno, don Ricciotti: «Tutta la Piazzarola è ormai abbandonata e pericolosa: necessari controlli»

ASCOLI - Parla il parroco della chiesa dove sabato scorso si sono di nuovo introdotti ignoti. Il religioso auspica l'inizio dei lavori ma dichiara: «Servirà la vigilanza costante delle forze dell’ordine: nessuno nel quartiere vuole ripetere le sorti dell’Auditorium Montevecchi» 
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La chiesa di Sant’Angelo Magno. Nel riquadro, don Beniamino Ricciotti

 

di Filippo Ferretti

 

«E’ diventata ormai una zona abbandonata e molto pericolosa: è necessario un controllo costante». E’ preoccupato don Beniamino Ricciotti, il parroco di Sant’Angelo Magno di Ascoli, la chiesa della Piazzarola che sabato scorso ha visto, al suo interno, nuovamente la presenza di sconosciuti. Ad un anno esatto di distanza dallo scempio effettuato nella medesima sede, quando ignoti furono protagonisti di danni enormi, a partire dall’organo antico su cui si scagliarono senza pietà.

Foto aerea del complesso conventuale di Sant’Angelo Magno (foto aerea pre-sisma di D. Galiè)

 

Un episodio gravissimo che vide i malviventi anche accanirsi su un crocifisso che si trovava dietro l’altare e una statua di San Michele Arcangelo, a cui venne portata via la testa e le braccia.

 

Stavolta una nuova visita all’opera architettonica, dal 2016 chiusa ai fedeli per via delle lesioni causate dal sisma e in attesa di lavori di ripristino, la cui partenza è pronta da mesi. Anche stavolta si è trattato di un raid per nulla timido; quando i vandali sono entrati nei piani superiori della chiesa hanno scardinato il muro posto proprio allo scopo di scoraggiare l’arrivo di altri visitatori molesti.

 

Un arrivo molto rumoroso, caratterizzato anche da ingiurie e bestemmie ad alta voce, al punto che gli abitanti del circondario hanno immediatamente avvertito il parroco e i Carabinieri, giunti poco dopo senza trovare traccia degli intrusi.

la chiesa di Sant'Angelo Magno

I vandalismi dell’anno scorso

 

«Sono scappati perché hanno sentito arrivare le persone del vicinato, ma non credo che si trattasse di satanisti come molti hanno pensato, penso siano solo ragazzi giovani che hanno voglia solo di lasciare con l’aggressività tracce della loro rabbia» dichiara don Ricciotti, che al momento della notizia era in procinto di confessare i fedeli presso la Chiesa del Carmine. «L’allarme c’è e funziona ma non è scattato perché la banda non ha fatto in tempo ad arrivare sino in sacrestia e farlo azionare» rassicura il sacerdote, confermando in loco anche la presenza di telecamere. Immagini di sicurezza che forse potrebbero portare stavolta ad identificare gli autori.

 

«C’è timore in questa zona, perché certi episodi sono sempre più frequenti e avvengono in luoghi che di fatto sono abbandonati» confessa il parroco di Sant’Angelo Magno, sperando che il cantiere inizi il proprio operato, facendo tornare presto a far vivere la chiesa. «Sarà necessaria però la vigilanza costante delle forze dell’ordine: nessuno nel quartiere vuole ripetere le sorti dell’Auditorium Montevecchi» conclude don Beniamino, riferendosi alla struttura inaugurata un decennio fa nella Piazzarola dedicata al vescovo di Ascoli, Silvano Montevecchi, da vari anni sprofondata nella sporcizia e nel degrado dopo il ripetuto e impunito passaggio di teppisti.

 

Tornando all’ultimo episodio, i militari hanno effettuato un sopralluogo e hanno potuto constatare che non c’era stata alcuna effrazione e che nessuno era riuscito ad entrare all’interno della chiesa. Ma le indagini proseguono per cercare di individuare chi ha cercato di entrare all’interno di Sant’Angelo Magno. Decisiva si è rivelata la pronta reazione dei residenti della zona che con il loro intervento sono riusciti ad evitare che qualcuno potesse intrufolarsi all’interno. Non si conoscono i motivi né le intenzioni che avevano i giovani ma, di certo, è stato scongiurato il pericolo che potessero essere provocati ulteriori danni rispetto a quelli subiti lo scorso anno.

 

L’ATTO VANDALICO DELLO SCORSO ANNO – In quella occasione, i teppisti riuscirono ad entrare nella chiesa utilizzando una porta che si trova dalla parte di quello che un tempo era il monastero e consente di raggiungere il sottotetto per poi raggiungere la cantoria dell’organo e quindi l’antico strumento a canne del ‘600 le cui canne furono buttate nella navata per poi camminarci sopra schiacciandole. Poi, i vandali avevano messo a soqquadro tutto buttando a terra quanto era contenuto all’interno di alcuni armadi e comò per poi accanirsi su un crocifisso che si trovava dietro l’altare riducendolo a brandelli quindi su una statua di San Michele Arcangelo che venne decapitata e gli furono strappate via le braccia.

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