di Pier Paolo Flammini
Il successo della Samb nel campionato di Serie D ha attirato molto interesse anche da una nuova figura, quella dello youtuber che si interessa di calcio e in particolare del tifo. Così le immagini della passione del “Riviera delle Palme” hanno totalizzato spesso centinaia di migliaia di visualizzazioni, rinverdendo il tema del connubio tra Samb e turismo che era stato proprio dell’epopea del dopoguerra e si era un po’ appannato, non solo per i risultati a cavallo del 2000 e oltre, ma anche per la mancanza proprio di strumenti come i social.
Samb-Sora, tifosi della Curva Nord Cioffi
Uno degli argomenti spesso citati dagli youtuber provenienti da tutta Italia è il gran numero di tifosi – per una partita di Serie D! – rispetto invece al numero relativamente esiguo di abitanti di San Benedetto: diecimila spettatori per una cittadina di 47 mila abitanti.
Ora se lo youtuber arriva dal Nord Italia, questa informazione corrisponde a una verità statistica facilmente verificabile: il numero di spettatori e i residenti sono accessibili con un paio di clic. Tuttavia, noi che conosciamo la storia di San Benedetto e frequentiamo lo stadio, sappiamo che l’informazione contiene invece due errori. Forse tre.
Il primo, superficiale, è che il pubblico presente non è tutto composto da cittadini di San Benedetto: ma questo riguarda molte altre squadre, per restare in zona accade lo stesso ad Ascoli o Pescara, un po’ meno ad Ancona. Ci sono spettatori provenienti dal Fermano, dal Maceratese, persino dall’Anconetano (e oltre) e ovviamente dalla provincia di Teramo oltre che il Piceno.
Il grosso ovviamente riguarda residenti che, a partire da San Benedetto, coinvolgono l’immediato hinterland. Dunque è sbagliato etichettare i 10mila presenti tutti come sambenedettesi.
Ma l’errore che qui ci interessa maggiormente è limitare “San Benedetto” ai suoi 47mila abitanti ufficiali. E non è un tema di grandeur, ma di effettiva gestione cittadina. Gli attuali confini cittadini derivano dalla costituzione del Regno d’Italia, nel 1861, con l’aggiunta che la zona di Porto d’Ascoli passò da Monteprandone a San Benedetto nel 1935.
Ma la dimensione di questi comuni è davvero figlia di un’altra epoca: San Benedetto ha 25 chilometri quadrati e tutto intorno Grottammare, Cupra Marittima, Monsampolo, Acquaviva Picena non la superano, Monteprandone è praticamente delle stesse dimensioni. Si tratta di confini decisi negli anni in cui la ferrovia veniva realizzata, il porto praticamente era un attracco, non c’erano telefoni né biciclette e il principale mezzo di spostamento, oltre alle gambe, era il cavallo, per chi se lo poteva permettere.
A livello urbanistico, economico, turistico, sociale, di gestione di servizi questi comuni sono un tutt’uno, e anzi soltanto un altro confine più netto, quello regionale, separa l’area di San Benedetto da Martinsicuro e Colonnella, con le quali si condivide anche un’area industriale. Dal Municipio di San Benedetto, in un raggio di 6 chilometri, praticamente arriviamo nelle sedi municipali di tutti gli altri comuni citati, o con un piccolo spostamento per alcuni di essi.
L’area prossima a San Benedetto (con Grottammare, Monteprandone, Acquaviva Picena, e se aggiungiamo anche i 10mila residenti circa di Monsampolo e Cupra Marittima) sfiora i 90mila abitanti (per la precisione 89.035), mentre se valutiamo anche Martinsicuro e Colonnella siamo a quasi 110mila.
Non è importante che questi cittadini vivano negli stessi confini amministrativi e diventino “concittadini“, ma è importante capire che vivono di fatto come se fossero nella stessa città.
La maggior parte dei problemi di gestione e programmazione dell’area deriva proprio da questa frammentazione amministrativa superata invece dallo stile di vita dei residenti: una grande città di 100mila abitanti che però viene governata come se fosse tanti piccoli paesini con il più grande, San Benedetto, che rischia di implodere per accentramento e gli altri, invece, che si de-responsabilizzano. Per esempi pratici, ne parlammo qui circa un anno fa: clicca qui.
L’esempio dei 10mila del “Riviera” in Serie D per una cittadina di 47mila abitanti è eloquente di quale sia la realtà e quale invece la comunicazione.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati