
Candellori e l’arbitro Di Francesco in Ascoli-Samb
di Pier Paolo Flammini
Qualcuno si era commosso, al saluto alla squadra, sotto il caldo sole di fine ottobre sopra il “Riviera delle Palme”. Diciamolo senza giri di parole: il calcio è bello come gesto tecnico e agonistico (e il derby ha saputo condensare tutto questo, chapeau), ma senza la partecipazione popolare sarebbe una sterile play station.
Quello che il derby Ascoli-Samb ha riportato, è invece quella viscerale passione e contrapposizione (in qualche caso commendevole, purtroppo, ma per lo più corretta) che, davvero, come abbiamo già detto e scritto, sembra persa in altre parti d’Italia. Che Ascoli-Samb possa essere un unicum nel calcio italiano di provincia, è possibile, e non lo scriviamo per essere in qualche modo parte interna, ma come dato di fatto. Occorre preservare questa passione popolare, quasi una specie di rito moderno come possono essere le più antiche feste patronali, carnevalesche. Insomma, Ascoli-Samb caratterizza un territorio e va oltre il territorio di riferimento: è un evento e tale dovrà essere, una attrazione peculiare e non duplicabile altrove.
Abbiamo visto tifosi arrampicarsi ai cancelli per incitare i calciatori prima di salire sul pullman. Donne di mezza età con le lacrime agli occhi. Bambini di pochi anni con le bandiere in mano. Anziani intonare cori come fossero ragazzini. Mariano Baiocchi, storico tifoso di Castel di Lama, nel pullman con il presidente Massi, osannato da tutti, con il pugno al cielo e gli occhi bagnati dalle lacrime.

Tifosi applaudono la Samb al Riviera delle Palme
Ma questo è stato poco. Al ritorno del pullman, alle 18, c’era una nuova folla, stavolta al buio, e ancora sono stati applausi per la squadra. E incitamento, divisi dal cancello e poi, quasi in una sorta di corale e individuale raccomandazione, ai calciatori usciti in macchina, fermati uno a uno.

Sì, questo sorprende. Per una mentalità calcistica che a volte educa soltanto al culto del risultato, un applauso alla squadra nella sconfitta nella partita più attesa non è scontata. Certo, le due squadre avevano 10 punti di differenza (13 adesso), l’Ascoli nelle ultime tre in casa aveva segnato 12 gol, il bilancio trasferimenti di quest’anno ha segnato un +50 mila euro contro -1,63 degli avversari di domenica, le aspettative sono di una salvezza, il valore della rosa, per quello che può valere, è stimato da Transfermarkt 3,84 milioni (di cui 1,4 di Martins, fino ad ora solo una ipotesi di giocatore) contro 6,5. Tutto vero. Tutto che contribuisce ad allentare la delusione della sconfitta.
Ma nulla di questo non toglie la grande dimostrazione d’amore che c’è stata, e che resta e resterà un patrimonio di questi colori. Per sempre.
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