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Il giallo della baronessa de Rotschild,
«Finì nel mirino di una fazione vaticana
pochi mesi prima di sparire»

TOLENTINO - I resti della donna furono trovati nel gennaio 1982, assieme a quelli dell'amica Gabriella Guerin, nelle montagne di Sarnano. Il giornalista-scrittore Fabrizio Peronaci ha trattato la vicenda durante la presentazione del suo ultimo libro "La tentazione" alla libreria Nautilus: «E' assurdo che la giustizia italiana abbia rinunciato a cercare la verità»
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Fabrizio Peronaci alla presentazione

 

Scandali vaticani, santoni, amori proibiti e un giallo irrisolto, mai dimenticato: quello della tragica fine della baronessa de Rotschild, i cui resti furono trovati nel gennaio 1982 assieme a quelli dell’amica Gabriella Guerin, scarnificati dagli animali selvatici, nelle montagne di Sarnano (Macerata). Sono gli ingredienti della presentazione del libro “La tentazione” (ed. Centauria), del giornalista del Corriere della sera Fabrizio Peronaci, che si è tenuta alla libreria Nautilus di Tolentino (moderatrice Fabiola Caporalini). L’autore, dopo aver ripercorso i temi del suo ultimo libro, incentrato sulla storia d’amore tra un alto prelato e una professoressa di lettere (relazione dalla quale sono nate due figlie, legalmente riconosciute), si è soffermato sull’ipotesi di abolire il celibato ecclesiastico. «La chiesa rinnovata di Papa Francesco non potrà che andare incontro ai bisogni e ai tormenti degli uomini – ha detto Peronaci – con spirito di fratellanza e comprensione. D’altronde negare una vita sentimentale a chi sceglie la vocazione sacerdotale sappiamo bene cosa produce, basta leggere le cronache: una escalation continua di scandali sessuali in ambito religioso e un forte calo degli ingressi in seminario». Nel corso della serata, in relazione al furto di un importante quadro caravaggesco (un Gherardo delle Notti) di cui fu accusato padre Edoardo Raspini, protagonista de “La tentazione”, è stata fornita una notizia inedita: la recente apertura di un’inchiesta da parte dei carabinieri del nucleo Tpc (Tutela patrimonio culturale) nella speranza di recuperare il dipinto, rubato nel 1975 in un convento laziale su iniziativa di un noto pregiudicato ascolano, ancora in vita.

Jeanette de Rotschild

E’ stato infine dato risalto all’enigma della baronessa. Un caso già trattato da Peronaci nel precedente libro (“Il Ganglio”), in quanto collegato ai misteri vaticani degli anni Ottanta: dalla scomparsa di Emanuela Orlandi alla guerra di ricatti scatenata in ambienti finanziari, ecclesiastici e massonici. «E’ assurdo che la giustizia italiana abbia rinunciato a cercare la verità sulla morte di una donna potente e bellissima come Jeanette de Rotschild – ha detto il giornalista-scrittore – tanto più che, in tempi recenti, un testimone di quegli anni, quel Marco Accetti che fu di certo implicato nel caso Orlandi, ha messo a verbale in procura a Roma verità importanti anche sul mistero di Sarnano». Peronaci ha rivelato che «la baronessa, pochi mesi prima di sparire nei pressi del casolare che aveva acquistato in provincia di Macerata, era finita nel mirino di una fazione vaticana (il cosiddetto Ganglio, appunto) interessata a contrastare l’ascesa di Marcinkus, il capo dello Ior vicino a papa Wojtyla». La sua fine, mascherata da incidente durante un’uscita sotto la neve, fu forse frutto di un omicidio? «Il supertestimone indagato e poi prosciolto sul caso Orlandi – ha spiegato Peronaci – sa certamente molto sull’atroce destino della nobildonna. Se da un lato Marco Accetti ha escluso che la morte della Rotschild sia legata al tentativo di ricatto sessuale contro Marcinkus, dall’altro ha infatti rivelato un giro di amicizie pericolose tra monsignori, faccendieri, trafficanti d’arte e esponenti della P2». Ci sarebbero tutti gli elementi, insomma, per fare luce giallo della baronessa. Da dove partire? «Semplice – ha concluso l’autore di libri d’inchiesta – basterebbe interrogare il supertestimone. Le sue verità, sicuramente scomode, possono portare lontano».


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