Dall’alto in senso orario: Meco Agostini, Gianni Rosati, Nico Stallone, Mariano Fioravanti
di Bruno Ferretti
L’Ascoli può farcela. Anzi, deve farcela. Giocando la partita dell’anno contro l’Entella senza troppi calcoli, né tatticismi, ma con l’intento di vincerla contro un avversario che merita rispetto ma non è superiore. E’ questo, in sintesi, il messaggio che lanciano gli ex interpellati alla vigilia del decisivo retour match.
«Per la salvezza basta il pareggio ma l’Ascoli farà bene a non pensarci, bensì dovrà giocare per vincere. Altrimenti verrà fuori una partita diversa che potrebbe dare coraggio all’avversario. E questo non deve accadere. Nonostante i problema che conosciamo penso e spero che l’Ascoli possa salvarsi – dice Nico Stallone, 55 anni, ex calciatore bianconero ma anche ex responsabile tecnico del settore giovanile per diversi anni- Da tifoso mi dichiaro fiducioso, da tecnico dico che è una partita difficile, da giocare con coraggio, usando soprattutto la testa. Un punto di forza dell’Ascoli, nelle ultime sei-sette partite dono diventati i calci piazzati, sui quali evidentemente Cosmi ha lavorato molto».
«Le due squadre si equivalgono ma l’Ascoli ha il doppio vantaggio di due risultati su tre e di giocare in casa davanti ad un pubblico che sarà certamente trascinante – dice Meco Agostini, 53 anni, ex centrocampista bianconero negli anni ’80 in serie A (104 presenze, 2 gol) – ogni giocatore dovrà mettere in campo tutto quello che ha e anche qualcosa di più. L’ideale sarebbe chiudere in vantaggio il primo tempo in vantaggio perché arrivare ai minuti finali sullo 0-0 potrebbe essere un grosso rischio. L’Ascoli deve partire forte cercando di mettere l’Entella subito sotto. In questa partita contano soprattutto le motivazioni. A Brescia nell’87 ci trovammo in una situazione simile. Non erano i playout ma la penultima di campionato e perdendo saremmo retrocessi, ma giocando un grandissimo secondo tempo riuscimmo a vincere (1-2) e fu il Brescia a retrocedere. Io credo che il Picchio ce la farà».
«L’Ascoli non ha le qualità tecniche per imporre il suo gioco e quindi dovrà giocare con molta attenzione perché ogni piccolo errore può diventare determinante. Sarà fondamentale non prendere gol – dice Mariano Fioravanti, 50 anni, altro ascolano doc, ex mediano bianconero – l’Ascoli dovrà affrontare la partita come fosse una finale di Champions con il sostegno dei quasi undicimila tifosi. L’Entella ha qualcosa di più in attacco con De Luca, La Mantia e Aramu, ma complessivamente ritengo più forte l’Ascoli. Sarà una partita difficile ma sono ottimista. Spero nella salvezza e spero anche che cambi la dirigenza, così tornerò allo stadio dopo lunga assenza».
Anche il direttore sportivo Gianni Rosati, 65 anni, marchigiano, si può considerare un ex dell’Ascoli seppure negli anni ’90 rimase in carica solo per tre settimane prima di dimettersi. Conosce il calcio come pochi e ha esperienza da vendere. «L’Ascoli dovrà giocare puntando sul possesso palla, senza esporsi troppo – dice Rosati, spesso presente al “Del Duca” – l’Entella è convinta, nella peggiore ipotesi, di restare in B attraverso il ripescaggio al posto del Foggia, sotto inchiesta (per riciclaggio, ndr), e potrebbe subire una pesante punizione. Ma è solo un’ipotesi. Il mio pronostico? Vince l’Ascoli 1-0. Il giocatore chiave? Kanoutè».
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