Commovente addio a Carlo Cava
Città assente al funerale
Le istituzioni non lo dimentichino (Video)

ASCOLI - Cerimonia per pochi in Duomo. Da padre Alberto Bastoni e dal parroco don Angelo Ciancotti appello a non dimenticare la musica, anche per stare più vicini al Signore
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Il tenore Cesare Catani omaggia Carlo Cava

di Franco De Marco

Per l’addio ad un grande cantante lirico come Carlo Cava, ascolano purosange, deceduto a 90 anni per i postumi di una caduta in casa di amici a Sutri (Viterbo), il Duomo di Ascoli questa mattina sarebbe dovuto essere gremito. Invece no. Solo poche decine di persone, familiari (soprattutto per parte della moglie Carla Piro) e gli amici di sempre, come Gianfranco Silvestri e Mario Maresca, che sino all’ultimo hanno condiviso con Carlo Cava momenti di gioia… soprattutto a tavola. Peccato. La città di Ascoli non c’era. Tra i presenti, a livello istituzionale, l’assessore comunale Gianni Silvestri. Dispiace.

Ad augurarsi che le istituzioni non dimentichino Carlo Cava, basso di livello internazionale, grande tra i grandi della lirica in tempi in cui c’erano davvero dei giganti, è stato padre Alberto Bastoni, vice parroco della Cattedrale, il quale, nella sua omelia, ha avuto parole piene di significato che tante orecchie spesso sorde avrebbero fatto bene a sentire. Forse sarà stato un po’ di…parte, lui che è diplomato in canto a Santa Cecilia a Roma, ma non solo ha reso il dovuto omaggio al grande artista, «una bandiera di Ascoli. Un talento straordinario» ha detto, ma ha ricordato a tutti la bellezza dell’arte che aiuta a vivere meglio e anche a stare più vicini al Signore. «In cielo ora – ha tra l’altro affermato padre Alberto Bastoni – Carlo Cava, che si è innamorato della lirica ascoltando il Mefistofele, starà sicuramente facendo un concerto con gli altri cantanti lirici ascolani come Antonio Galiè, Marini o Giulio Fioravanti o Luciano Saldari. Staranno magari cantando brani di Pierluigi da Palestrina».

Ha tirato anche un po’ le orecchie agli ascolani e alle istituzioni che stanno lontani dall’arte e in particolare dalla musica. Sottolineando anche a mancanza di mecenati. Parole nella stessa direzione anche dal parroco don Angelo Ciancotti. «Il canto, la musica, – ha detto ricordando anche il maestro Arturo Clementoni – sono gioielli da non perdere». Toccante la preghiera degli artisti letta dal maestro Maria Puca direttrice dell’Istituto Musicale “Gaspare Spontini”.

Carlo Cavà, da lassù, avrà certamente condiviso, avrà sorriso e avrà applaudito il commovente omaggio musicale che gli hanno tributato il maestro Puca, accompagnando alle tastiere gli allievi dello Spontini Massimo Urbanelli (violino) e Lara Travaglini (violoncello), e il tenore Cesare Catani e il soprano Iano Tamar, moglie del baritono Vittorio Vitelli amico personale di Carlo Cava impegnato a Bari nel Rigoletto. Catani e Tamar hanno intonato alcune arie semplicemente sublimi. Con partecipazione emotiva molto sentita e tecnica superlativa. Davvero commoventi.

Cronache Picene, rilanciando l’invito di padre Alberto Bastoni, ripropone la sua proposta per onorare la memoria di un grande artista come Carlo Cava invitando istituzioni e associazioni culturali a pensare ad un “Premio Carlo Cava”, da assegnare ogni anno ad un basso che si è messo in evidenza sulla scena internazionale, o ad un’altra iniziativa. L’Istituto Musicale “Gaspare Spontini” ha già dedicato una sala al basso ascolano. Anche se al funerale di oggi non c’erano molte persone, Carlo Cava merita di essere ricordato ai posteri in maniera degna. Addio Maestro. L’arte lirica con te ha perso un pezzo di storia.

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