di Giorgio Fedeli
Dopo la tragica scoperta, è tempo di indagini. A tutto campo. Dopo il ritrovamento di un cadavere in stato di decomposizione sotto il ponte che collega Lido Tre Archi a Porto Sant’Elpidio, ieri mattina, oggi è tempo per gli approfondimenti. A dire la verità il lavoro investigativo dei carabinieri è partito già ieri mattina, subito dopo il ritrovamento di quel corpo senza vita. Ma oggi, con alcuni fondamentali elementi in mano, gli investigatori dell’Arma iniziano a stringere il cerchio.
Il punto in cui è stato trovato il cadavere
Certo, la strada maestra verrà segnata dall’esame autoptico previsto per domani mattina. Ma date le circostanze, drammatiche, ogni minuto che passa può essere prezioso per dipanare una matassa investigativa tesa a far luce sul decesso di quell’uomo di 39 anni, un ucraino, O.K. le iniziali, già noto alle forze dell’ordine, senza fissa dimora. L’uomo, infatti, è stato trovato sotto il ponte sul fiume Tenna. E alcuni interrogativi iniziano a trovare le prime risposte. Innanzitutto il cadavere è stato trovato a faccia in giù (poi girato dai sanitari del 118 per il vano soccorso) e presentava una ferita al naso, forse provocata dall’impatto con il terreno, fatto di sassi e pietre, a pochi metri dal letto del fiume. L’uomo era vestito con un giubbotto, dei jeans e scarpe da tennis. Poco distante dal corpo uno zaino con dentro un documento d’identità, dei documenti legati alla permanenza dell’uomo in Italia (regolare ma costellata di provvedimenti), e un telefono cellulare.
Ecco, proprio il telefono cellulare è al momento uno degli elementi al centro delle indagini. I carabinieri infatti stanno analizzando le chiamate ricevute e effettuate dall’uomo prima del decesso. E se l’autopsia dovesse accertare la morte per overdose, causa più probabile per i militari dell’Arma, le indagini si restringerebbero, si fa per dire, al mondo dello spaccio e del consumo di sostanze stupefacenti. Con il sottobosco criminoso dello spaccio a iniziare a tremare. L’uomo è stato trovato con indosso effetti personali, qualche spicciolo e il corpo non presentava segni di violenza, elementi che fugano l’ipotesi di rapina sfociata in una morte violenta.
Le telecamere sul ponte
C’è chi si domanda se quel corpo sia stato portato lì da qualcuno, dopo il decesso del 39enne. Ma i carabinieri non credono molto, anzi quasi per niente, a questa pista, anche se nessuna al momento è ignorata. A quest’interrogativo potranno fornire valide risposte le immagini della videosorveglianza a poche decine di metri dal punto in cui è stato trovato l’ucraino. Telecamere che potrebbero aver ripreso eventuali, anche se a questo punto improbabili, movimenti nel parcheggio sotto al ponte, unica via di accesso, transitabile, al luogo in cui è stato trovato il cadavere. Lo stato iniziale di decomposizione del corpo lascia pensare che l’uomo sia deceduto circa 3 giorni fa, proprio lì, sotto quel ponte. Un dato temporale che coincide con l’ultimo avvistamento di O.K., tre giorni fa in un pubblico esercizio della zona.
Ma allora perché l’sos è stato lanciato solo nella tarda mattinata di ieri? Difficile credere, infatti che nessuno abbia notato prima il cadavere. D’altronde è noto a tutti, in primis ai carabinieri, che quegli anfratti sotto al ponte siano frequentati soprattutto di notte da tossicodipendenti. E qui entra in ballo la telefonata anonima al 118 con cui, ieri mattina, si segnalava quel corpo riverso a terra. Dall’altra parte della cornetta qualcuno che si è veramente imbattuto poco prima nel corpo esanime o chi ha lanciato l’sos sa qualcosa in più? Ecco perché i carabinieri stanno lavorando anche sulla telefonata, quella chiamata anonima al 118 che ieri mattina ha messo in moto la macchina dei soccorsi e, conseguentemente, fatto scattare le indagini.
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