Il supercarcere di Marino del Tronto
Il Collegio Penale del Tribunale de L’Aquila, ha assolto con la formula “il fatto non sussiste” i due tunisini Ben Fattoum Afif e Ben Alì Mohamed, accusati di un tentativo di lesioni gravissime consumato in danno del giudice Giuliana Filippello, all’epoca in servizio presso il Tribunale di Ascoli con le funzioni di giudice per le indagini preliminari ed ora in servizio alla Corte di Appello di Ancona Secondo l’accusa, Ben Alì in concorso con Ben Fattoum, avrebbe tentato di sfregiare il volto del magistrato in occasione di un interrogatorio di garanzia che si sarebbe dovuto tenere presso il carcere di Ascoli il 13 aprile 2015, e, per tali fatti, nel gennaio del 2016 furono prima sottoposti alla misura della custodia cautelare in carcere richiesta dalla Procura della Repubblica de L’Aquila e poi processati con giudizio immediato dinanzi al Tribunale del capoluogo abruzzese.
Il pubblico ministero Stefano Gallo, al termine della requisitoria aveva concluso per la condanna degli imputati alla pena di anni due e mesi quattro di reclusione, e, in via subordinata, chiesto la “derubricazione” del tentativo di lesioni nel meno grave reato di minaccia. L’avvocato Vincenzo di Nanna difensore del Ben Fattoum, ha sostenuto “l’insussistenza del tentativo di lesioni e la contraddittorietà e illogicità dell’accusa, non potendosi riconoscere i requisiti dell’idoneità e non equivocità degli atti a una condotta meramente autolesionistica così come descritta nel capo d’imputazione: …. estraendo la lametta e colpendosi con la stessa, compivano atti idonei e diretti in modo non equivoco a sfregiare il volto di Filippello Giuliana…”.
Ben Alì è stato difeso da un difensore d’ufficio nominato in udienza. Il Tribunale, pur assolvendo gli imputati dal grave delitto contestato, ha tuttavia ordinato la trasmissione dei verbali delle intercettazioni e delle testimonianze alla Procura della Repubblica de L’Aquila, per le valutazioni di competenza in ordine al delitto di minaccia consumato in danno del giudice Filippello, e di resistenza a pubblico ufficiale commesso da Ben Alì il 13 aprile 2015.
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