Demolizioni a Villa Valentino di Castel di Lama
Stanno suscitando polemiche e forti perplessità alcune misure volte ad accelerare l’iter delle pratiche relative alla ricostruzione post sisma annunciate nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati dal sottosegretario con delega al Terremoto Vito Crimi, provvedimenti che saranno inseriti in un decreto di imminente approvazione.
Tra le novità introdotte da Crimi, il potenziamento del personale dei Comuni addetto alle pratiche per la ricostruzione, la possibilità di affidare agli stessi Comuni tutto l’iter delle pratiche per i cosiddetti “danni lievi”, la fissazione della scadenza definitiva per la presentazione delle domande per ottenere il contributo dei danni lievi, l’adeguamento del tariffario dei professionisti incaricati di curare le pratiche, l’eliminazione dell’obbligo di non vendere l’immobile fino a due anni dopo la ricostruzione. Anche per quanto riguarda la ricostruzione pubblica, Crimi ha parlato della necessità di “alleggerire” le procedure.
Cosma ed Amadio Scaramucci
E’ molto critico sui provvedimenti annunciati, l’ingegnere lamense Amadio Scaramucci (tecnico che può vantare già 35 interventi finanziati, di cui una ventina completati), che alcuni mesi fa aveva censurato i ritardi e le incongruenze della burocrazia, ma anche certi comportamenti dei colleghi, invocando una legge-quadro che possa uniformare le procedure nei casi, sempre più frequenti, di interventi di ripristino dopo calamità di ogni genere.
«Una follia pensare di aumentare il personale dei Comuni – commenta Scaramucci – per dedicarlo alle istruttorie delle pratiche per la ricostruzione. Meglio allora potenziare gli attuali Uffici Speciali per la Ricostruzione con personale altamente qualificato. Basterebbero un buon dirigente, un geologo, un tecnico strutturista e un numero più consistente di istruttori. E’ vero che le modalità di redazione delle pratiche sono farraginose e complesse, in quanto oltre 70 ordinanze regionali non potevano che causare ritardi e difficoltà, in ogni caso non è questa la soluzione per snellire le procedure e accelerare l’iter. Una struttura centralizzata, con professionisti di alto livello, sarebbe molto più efficace di tanti uffici sparpagliati in Comuni grandi e piccoli, che non potranno mai contare su un certo tipo di professionalità. Inoltre – continua il tecnico lamense – si determinerebbero delle grosse disparità di giudizi e valutazioni, già difficili da gestire nei grandi uffici specializzati, figuriamoci in quelli sparsi nel territorio. Piuttosto – sottolinea Scaramucci – visti i ritardi registrati finora, i Comuni si attrezzino a dare tempestivamente i pareri di conformità urbanistica, in modo da snellire le pratiche di sanatoria. Infine un consiglio anche ai miei colleghi: studino e approfondiscano le ordinanze prima, invece di andare all’Ufficio Ricostruzione a far perdere tempo agli istruttori».
cf
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