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Atr, lavoratori in sciopero
Rifiutata la proposta dell’azienda

LAVORO - Il disappunto dell'ad Di Murro dopo l'assemblea con le maestranze e i rappresentanti sindacali. Braccia conserte per 40 ore, suddivise su 10 giornate. Il primo pacchetto di 4 ore è previsto per il 19 settembre
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Lavoratori in sciopero all’Atr. E’ questo il responso dell’assemblea che ha visto confrontarsi gli stessi, chiamati a decidere – insieme ai propri rappresentanti sindacali – in merito alla proposta, formulata dal presidente del gruppo Antonio Di Murro, di restituire brio all’azienda sita a Valle Cupa, nel comune di Colonnella, ma che insiste sul territorio Piceno.

Una veduta esterna dell’Atr

Alle maestranze mancano due mensilità (giugno e luglio 2019), arretrate dalla precedente gestione. Di Murro, secondo quanto scrive l’azienda in un comunicato, ha confermato il proprio totale impegno per il rilancio della società, sulla quale «sta investendo in maniera tangibile tanto dal punto di vista economico quanto sotto l’aspetto del proprio tempo, vista la continua presenza in azienda sin dalle prime luci dell’alba e fino a tarda sera».
«I rappresentanti dei sindacati -spiegano dall’Atr- sono stati accolti con la proiezione del video-progetto che mostra come verrà trasformato il sito produttivo nei prossimi mesi, grazie a ingenti investimenti  già programmati, allo scopo di rendere l’Atr un luogo da prendere ad esempio in quanto a condizioni ambientali ed economiche di lavoro: un modello a livello europeo, in grado di riqualificare l’intera area industriale Valle Cupa».

«In merito agli arretrati, la proposta di Di Murro è stata chiara: entro il 27 settembre il saldo di giugno insieme, compatibilmente con la capienza liquida della società, ai rimborsi del 730; entro la fine dell’anno la tredicesima e la mensilità di luglio, l’ultima ancora arretrata, con l’eventuale possibilità di dover attendere qualche settimana a gennaio 2020. E’ sottinteso che, durante questo lasso di tempo, tutte le mensilità correnti verrebbero regolarmente corrisposte come da prassi contrattuale, vale a dire il 20 del mese successivo e non più nel mese corrente».
«Tuttavia, nonostante gli sforzi già profusi dalla nuova proprietà, che ha ereditato una situazione finanziaria critica – con possibili risvolti giudiziari –  ma che nonostante ciò ha, subito, corrisposto la mensilità di agosto in anticipo di ben 23 giorni rispetto a quanto previsto dal contratto, i lavoratori a maggioranza – per alzata di mano – hanno rifiutato la proposta presentata, proclamando contestualmente 40 ore di sciopero, suddivise su dieci giornate lavorative. Il primo pacchetto di 4 ore è previsto per dopodomani, 19 settembre» è l’amara constatazione dell’azienda.

«Comprendo le oggettive difficoltà economiche di ciascuno – dichiara Di Murro- ma devo dire che dispiace assistere a questa mancanza di fiducia nell’azienda da parte dei lavoratori, che oggi hanno dimostrato, anche se non tutti, di non comprendere appieno quanto impegno ci sia, anche da parte nostra, dietro il loro stipendio. I salari sono importanti, certo: ma il futuro dell’azienda è fondamentale proprio per garantire ai dipendenti lo stipendio ogni mese. Allo stesso modo, se è vero che il passato va tenuto in considerazione, come non mancano di ripetere i rappresentanti sindacali, ciò deve valere per entrambe le parti».

«Quindi, così come Atr è un’eccellenza del territorio da oltre 30 anni, è altrettanto vero che anch’io provengo da questo territorio e faccio impresa da mezzo secolo -continua-. Sono voluto tornare nella mia terra d’origine dopo tanti  anni di lavoro per il mondo e, se ho deciso di investire in Atr, non è certo per vederla naufragare o per contare il numero dei lavoratori scontenti. Il fatto stesso di aver saldato la prima mensilità della mia gestione, vale a dire agosto 2019, con ben 23 giorni di anticipo rispetto alla prassi, rappresenta un primo, ritengo, pesante indizio sulla mia serietà e affidabilità, nonché sulla fiducia che ripongo nei miei dipendenti. Sarebbe stato auspicabile che questa fiducia fosse ricambiata: ma pazienza, siamo tutti adulti e vaccinati. Ad ogni modo – conclude Di Murro – è indubbio che questo sciopero arrecherà danno alla ripresa aziendale: pertanto, al momento, non possiamo dirci certi delle ripercussioni che la scelta dei dipendenti comporterà sulle commesse in atto e sulla clientela».

 

 


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