“E’ colpa mia”, “A volte è nervoso, ma non è cattivo”, “Non posso lasciarlo, poi come farei con i bambini”, “Ha giurato che mi ama e che non accadrà più”: sono solo alcune delle frasi con le quali le donne giustificano i propri uomini violenti e sé stesse. E sono state appese, lapidarie, su pareti mobili all’interno del centro commerciale “Al Battente”.
Così Croce Rossa e Polizia di Stato hanno scelto di celebrare la “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”. Un modo diretto per dire “no” ad un fenomeno che deve finire. I volontari del comitato di Ascoli, presieduto da Cristiana Biancucci, e la dirigente della Squadra Mobile della Questura di Ascoli, Patrizia Peroni (con suoi collaboratori Remo Cinaglia e Maura Giacomantonio) hanno accompagnato le donne, in un “corner” appositamente allestito, lungo un percorso segnato dalle ormai famose scarpe rosse e dai cartoncini rossi, premonitori troppo spesso ignorati di una tragedia annunciata.
Nulla è stato lasciato al caso. «Le scarpe simboleggiano la femminilità ma anche della strada che la vittima deve fare per arrivare alla libertà dalla violenza. Il rosso rimanda alla violenza – spiega la Biancucci – ma nello stesso tempo è il colore dell’amore, della passione che può trasformarsi in male. Le frasi nascondono il malessere di una problematica sempre più diffusa in Italia, dove si conta circa un femminicidio ogni tre giorni. La violenza sulle donne – aggiunge la presidente della Cri – riguarda la famiglia e quindi l’intera società, trasformandosi in emergenza sociale. Colpisce i figli, minandone la stima, la sicurezza e l’affettività, pilastri fondamentali della crescita e dello sviluppo della persona».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati