Senti come…balla! Al Sistina con il rock di Giulia Carosi

ASCOLANA, 16 anni, è una delle protagoniste (primo basso) di "School Of Rock", musical diretto da Massimo Romeo Piparo, con Lillo e i ragazzi dell'Accademia Sistina. «Ascoli ti dà poco, e a Roma ho avuto un’occasione che sono felice di aver colto»
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di Francesca Aquilone

Giulia Carosi, ascolana classe 2004, è una delle protagoniste (primo basso) di School Of Rock, musical diretto da Massimo Romeo Piparo, con Lillo e i ragazzi dell’Accademia Sistina.

Con lei abbiamo parlato di sogni, di teatro, in un momento in cui, causa Coronavirus, quei luoghi magici dove tutto sembra possibile, potrebbero vivere una crisi senza precedenti.

 

Quando hai iniziato a studiare danza e perché proprio il ballo?

«Ho iniziato a 7 anni e prima facevo completamente altro come basket o ginnastica artistica. Il merito è stato tutto di mia nonna: lei è stata la prima a dire a mamma che dentro casa non facevo altro che ballare e quindi mi hanno portato a scuola da Tina Nepi.»

Insieme al ballo però ci sono subito state altre discipline artistiche, giusto?

«A 6 anni ho iniziato a prendere lezioni di canto (e anche qui il merito è di mia nonna!), poi c’è stata la danza, poi la chitarra, che ho intrapreso per accompagnarmi mentre cantavo e, dopo il provino per il Sistina, mi hanno consigliato di provare con il basso.

Sinceramente non lo vedevo come lo strumento per me, era troppo grande. Poi Massimo Romeo Piparo me ne ha regalato uno personalmente, consegnato e fatto apposta per me, più piccolo dunque rispetto ad un basso normale. Mi ha detto di iniziare, studiare e poi avremmo visto come andava. Volete sapere la verità? Adesso mi piace molto di più della chitarra!»

Visto che l’hai nominato, parliamo del teatro e di com’è nata la tua esperienza nell’accademia Sistina?

«Tina Nepi, la mia insegnante, mi ha consigliato di fare il provino per l’Accademia Sistina, visto che cantavo e ballavo. Sinceramente io e anche la mia mamma non ci credevamo molto: vengo da un piccolo paese, chi poteva immaginare che avrebbero preso proprio me?

Preparai una canzone di Mina, “Mi sei scoppiato dentro al cuore” e un pezzo di tip tap. La cosa che ricordo è che non fu il solito provino: l’ambiente era sereno, positivo, c’era la professionalità dell’accademia, ma i professori mi hanno messo a mio agio sin da subito e così sono entrata!»

Come descriveresti la tua vita in Accademia?

«Ascoli ti dà poco e a Roma ho avuto un’occasione che sono felice di aver colto. L’ambiente in Accademia è strepitoso. Ovviamente si lavora molto duramente, ma quando sei fuori casa e sei così giovane hai sempre timore di ciò che troverai fuori, invece tutto lo staff dell’Accademia Sistina contribuisce a farti crescere professionalmente facendoti sentire sempre a casa.

Inoltre per me la recitazione era una “cosa” nuova, mai studiata, e il rischio di diventare una macchietta quando sei sul palco è altissimo!

Infine ho fatto l’audizione per la scuola di Rock estiva!»

Lezioni, lontananza, ti sei mai sentita stanca o abbattuta?

«Dentro l’Accademia del Sistina, o in generale anche durante le produzioni, la stanchezza sembra non esistere, anzi…ho sempre e in continuazione voglia di fare. Sono una persona difficile caratterialmente e non avevo legato subito con gli altri, ma adesso c’è un rapporto splendido, ci scriviamo, e sono in contatto anche con i ragazzi più grandi.

Alla fine quando condividi le stesse passioni, viene piuttosto semplice legarsi.»

Ci sono dei musical che ti piacerebbe fare o che porti nel cuore?

«Sono appassionata di Hairspray, il famoso musical ambientato nella Baltimora degli anni 60, poi Wicked e, senza alcun dubbio, School of Rock!»

E invece c’è qualcuno a cui ti ispiri?

«Sinceramente non ci ho mai pensato. Considero Cristina Noci, una delle mie insegnanti dell’Accademia Sistina, una persona a cui guardare, un modello per certi versi.»

Cosa hai provato la prima volta sul palco del Sistina?

«Non me ne rendevo conto a pieno! Avevo 11 anni, non conoscevo il teatro e non conoscevo Roma. Entrare mi ha provocato un’emozione assurda, vedermi in un palco così grande, l’odore delle poltroncine rosse, osservare la galleria, tutto il pubblico ti sembra vicinissimo…indescrivibile!»

Hai dei riti scaramantici prima di andare in scena?

«Il grido “Merda” con tutto il cast, sia degli adulti che dei piccolini. Poi personalmente devo avere il mio piccolo spazio con la mia borsa, preferisco fare il check subito così posso andare a fare i capelli con tutta calma. Non voglio avere fretta e non voglio avere l’ansia di non arrivare in tempo!»

Cosa ti piacerebbe fare, anche per la tua città, nei prossimi anni?

«Vorrei portare School of Rock ad Ascoli, vorrei far capire a molti giovani, ai quali piace il musical e la musica, che si possono organizzare tantissime cose. Basterebbe avere più concerti, anche piccoli, o dare spazio a spettacoli teatrali di valore per mandare tanti segnali ai più giovani».

Hai un consiglio per chi vorrebbe provare ad entrare in questo mondo?

«Sono una persona problematica e che fa gaffe in continuazione quindi non adatta a dare consigli. Se credi davvero in qualcosa portala avanti, anche se non hai persone che ti possano appoggiare e supportare. E se ti trovi in difficoltà, a maggior ragione, spingi ancora di più l’acceleratore».


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