di Federico Ameli
È trascorso un anno esatto dal successo elettorale di Marco Fioravanti e per i suoi avversari politici di allora è già tempo di primi bilanci. A fare il punto della situazione, questa volta, è Emidio Nardini, ex candidato e consigliere di Ascolto & Partecipazione, che pur tenendo conto di una situazione – politica e non – del tutto inedita nella nostra città, non esita a esprimere un giudizio critico sull’operato di Fioravanti e della sua giunta. «Io e il mio collega Canzian – spiega – siamo piuttosto delusi, non è stato fatto nulla di concreto per la città. Certo, è comprensibile che la pandemia abbia orientato l’azione del Comune in una certa direzione, ma in generale non si è dato alcun seguito ai tanti buoni propositi».
Una delle principali preoccupazioni di Ascolto & Partecipazione riguarda la sicurezza degli edifici scolastici, un aspetto che, stando alle parole dell’ex candidato, l’Amministrazione sta pericolosamente sottovalutando.
«A partire da settembre – prosegue Nardini – le scuole vivranno una situazione di crisi evidente e saranno i sindaci ad avere il pallino in mano per decidere l’ubicazione delle classi. Si tratta di una questione in cui il Piceno è particolarmente carente e, in questo senso, l’emergenza sanitaria va a sovrapporsi all’ormai storico problema della sicurezza sismica degli edifici che da quattro anni affligge il nostro territorio, con le istituzioni che non hanno fatto nulla per tentare di risolvere la situazione. Bisognerebbe capire a chi si rivolge Fioravanti quando nell’ultimo consiglio comunale chiede proposte e una maggiore partecipazione, ma soprattutto in quali settori verranno concretamente destinate le risorse per far fronte all’emergenza».
Nonostante le divergenze di vedute con l’Amministrazione, Ascolto & Partecipazione non intende comunque rinunciare al suo impegno per la città in un momento così delicato.
«Abbiamo presentato diverse mozioni in passato – dichiara Nardini – ma non sono mai state ascoltate, anche per via dell’emergenza sanitaria. Ad ogni modo, sebbene la nostra sia una visione piuttosto negativa parteciperemo in maniera critica e propositiva al programma di sviluppo a cui necessariamente si dovrà pensare. Ci aspettiamo però una progettualità più precisa e di non fermarci, come è avvenuto finora, ai programmi elettorali. C’è molto da lavorare: sui parcheggi, tanto per fare un esempio, ma soprattutto su una visione globale della città. Bisogna decidere cosa fare, se restare succubi di certi centri di potere o se cercare una svolta in termini di economia green e turismo».
Un nuovo modello di città, proiettata al futuro e rimodulata anche in base alle esigenze imposte dall’emergenza sanitaria, senza guardare con troppa nostalgia al passato e a ciò che è stato. «Non possiamo guardare alla difficile situazione odierna esclusivamente come a una limitazione, così non si va da nessuna parte. Occorre cambiare nel nostro piccolo e provare a programmare qualcosa di nuovo, e non certo per tornare, come troppo spesso si sente dire, a quella normalità fatta di precariato, spopolamento e disoccupazione».
«C’è bisogno di una progettualità diversa e più green – prosegue Nardini – altrimenti, come la storia dell’umanità ci insegna, si porranno nuovamente le basi per una nuova catastrofe, che sia una seconda ondata epidemica o qualcos’altro. Tra le altre cose, Ascoli ha aderito al Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima, ma purtroppo l’adesione è rimasta esclusivamente su un piano formale e teorico, non è stato fatto nulla di concreto. Bisogna iniziare a pensare anche a una mobilità diversa, iniziando anche a impostare dei discorsi del tutto nuovi, come ad esempio l’acquisto di veicoli elettrici non solo nel privato, anche da parte del Comune e più in generale nel pubblico».
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